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NOMAD – IN CAMMINO CON BRUCE CHATWIN (Werner Herzog)
L'alternativa nomade

Quando lo scrittore e viaggiatore Bruce Chatwin era sul punto di morire mandò a chiamare il suo amico Werner Herzog, chiedendogli di vedere il film che stava realizzando sulle tribù del Sahara. In cambio gli regalò lo zaino che lo aveva accompagnato nei suoi viaggi per il mondo, un dono che Herzog ha poi portato con sé in più di un’occasione. Trent’anni dopo e con lo zaino di Chatwin ancora sulle spalle, Herzog compie un lungo viaggio ispirato dalla loro comune passione per la vita nomade.

In Italia pochi conoscono l’opera di Bruce Chatwin, nonostante lo scrittore britannico sia ormai universalmente considerato uno dei massimi esponenti della letteratura odeporica (la “narrativa di viaggio”) di tutti i tempi. Chi però ha avuto modo di imbattersi in almeno uno dei suoi romanzi – che sono sette, tutti prodotti in circa un quindicennio di attività -, ha avuto modo di verificare l’originalità di un’affabulazione in cui la potenza visionaria si rispecchia nella ricerca sul campo, lo stile asciutto nella prospettiva filosofica. Prospettiva che ha le proprie origini nel nomadismo e nell’idea rivelatrice che lo sostiene («il mondo si rivela a chi lo attraversa a piedi»). È proprio quest’idea – una vera e propria Weltanschauung – a esser divenuta il luogo di un incontro altrimenti improbabile, il punto di convergenza di due personalità differenti benché animate dalla medesima capacità di trasformare itinerari mitici in viaggi della mente, il territorio in cui far dialogare differenti sperimentazioni della narrazione. Quello tra il romanziere inglese e il cineasta Herzog è infatti un quarantennale sodalizio nato all’inizio degli anni ’80 e continuato con grande intensità per tutto il decennio fino alla morte di Chatwin (arrivata nel 1989). Una relazione caratterizzata da una reciproca fascinazione intellettuale e da una mutua ispirazione il cui momento apicale sta probabilmente nella realizzazione di Cobra verde, il film del 1987 in cui Herzog traspose sullo schermo Il viceré di Ouidah, il secondo romanzo di Chatwin. E che, come dimostra Nomad, non si è interrotta con la scomparsa dello scrittore, ma ha anzi continuato “a lavorare”, più o meno carsicamente, nell’opera del regista tedesco.

Nomad insomma è un’opera che si snoda attraverso otto capitoli e in cui si compie un doppio, parallelo viaggio: quello esteriore sugli impervi luoghi dell’incessante quête di Chatwin – dalla Patagonia di Punta Arenas e di Cerro Torre al Wiltshire, dall’Australia delle Songlines (le “Vie dei canti”) degli aborigeni ad alcune zone del continente africano – e quello interiore di un cineasta estremo che tenta di ricostruire il proprio percorso esistenziale e artistico attraverso le tracce di un lungo e articolato itinerario. Un itinerario che è un’opera biografica e insieme materia ancestrale nella quale è semplice immergersi e dalla quale è quasi impossibile non lasciarsi sedurre.

Regia Werner Herzog

Con Werner Herzog, Bruce Chatwin, Karin Eberhard, Nicholas Shakespeare, Elizabeth Chatwin

Documentario – GB 2019

Durata: 85’

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).