Il vecchio Henry si costruisce una casetta tra le colline americane, in un posto sperduto e tranquillo. Vive col figlio, si dedica alla campagna. In quel mondo di cowboy e pistoleri, lui è ossessivamente contrario all’uso delle armi che proibisce di maneggiare al figlio adolescente. Poi, un giorno, un cavallo s’affaccia alla collina, e via via si scatena l’inferno. Il povero Henry è costretto a riesumare il suo terribile passato, e ritornare quello che era.
Gli eroi sono tutti giovani e belli, recita un vecchio adagio, mentre qui la forza del film si fonda sul volto, né giovane né bello (interpretato da un ottimo Tim Blake Nelson), dell’eroe al centro della storia. È un piccolo western d’azione, girato quasi interamente nei dintorni della casa sperduta nelle colline. Non ha pretese di portare messaggi né di fondare grandi narrazioni, è più un omaggio al genere e, come si scoprirà, alle sue figure più rappresentative. Perciò è un film riuscito, perché è all’altezza delle proprie limitate ambizioni. Certo, qualche sparatoria è meno efficace di altre, e non si cercherà il realismo quando raffiche di proiettili non scalfiranno il nostro eroe, ma è un gioco vagamente nostalgico, coi cattivi eccessivamente cattivi, il buono buonissimo, l’indiano che segue le tracce con incredibile abilità, il pistolero infallibile, il traditore, il riscatto del debole: tutto un repertorio ben noto e utile per un film di svago.
Resta soprattutto la metamorfosi di un personaggio che, rimasto vedovo, riorienta tutta la propria vita in funzione della responsabilità verso il figlio. Come in tutti i western, questo mondo senza regole, in cui vige la legge del più forte, si fa grande e semplice archetipo della vita di tutti, radicalmente mutata dalla presenza di un figlio e di come i padri siano costretti a specchiarsi nei loro occhi per vedervi le proprie colpe.
OLD HENRY
Regia di Potsy Ponciroli
Con Tim Blake Nelson, Scott Haze, Gavin Lewis, Richard Speight Jr., Max Arciniega, Brad Carter, Trace Adkins, Stephen Dorff
USA, 2021
Durata 99′
