Schede Cinema Filmcronache

PASSENGERS (Morten Tyldum)
Un'astronave per due

passengers

L’astronave Avalon sta compiendo un viaggio di 120 anni per portare 5000 uomini in stato d’ibernazione su un pianeta simile alla terra per potervi ricominciare una vita. Quando però, a trent’anni dalla partenza, entra in contatto con una tempesta di asteroidi rimane parzialmente danneggiata e viene erroneamente avviata la procedura di risveglio per Jim, uno dei passeggeri. L’uomo prova a sopravvivere da solo, ma poi decide di avviare la procedura di risveglio anche per Aurora, un’altra passeggera.

Estratta dalla “black list” delle sceneggiature circolanti a Hollywood (ovvero quelle ritenute buone ma mai entrate in produzione), la vicenda di Passengers contiene alcuni elementi di indubbia fascinazione anche se la drammaturgia e le opzioni di regia che potrebbero farli emergere non vanno mai oltre scelte convenzionali e poco originali. L’idea che è alla base del film – quella di un’enorme migrazione del genere umano, la più grande della sua storia – rimane infatti appena accennata per lasciar quasi interamente spazio alla dinamica interpersonale tra i due protagonisti. Una dinamica peraltro fortemente artefatta, dalla quale scaturisce un percorso esistenziale costruito “a tavolino” e in cui dunque risulta difficile identificarsi. Tanto che, per produrre qualche sussulto prima dell’inevitabile “resa dei conti”, ha bisogno di pescare continuamente in un immaginario cinematografico “alto” (Shining, Titanic, Gravity). Proprio questo anzi, sembra il fardello più ingombrante di Passengers, che non riesce mai a smarcarsi da un immaginario facilmente riconoscibile o a produrvi quello scarto essenziale per distinguersi come prodotto non meramente derivativo.

Anche le performance attoriali di Pratt e Lawrence non sono certo di quelle memorabili e dunque non aiutano il film a raggiungere l’intensità necessaria per il minimo coinvolgimento emotivo. Meglio sicuramente il Michael Sheen robotizzato che, sostenendo il confronto con il Lloyd della “Gold room” kubrickiana, si conferma attore forse meno affascinante dei suoi due colleghi, tuttavia dotato di una ben più articolata gamma espressiva.

 

Regia: Morten Tyldum

Con: Chris Pratt (Jim), Jennifer Lawrence (Aurora), Michael Sheen (Arthur)

Origine: USA 2016

Durata: 116′

Scrivi un commento...

Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).