Può la superstizione arrivare dove la scienza arranca? Secondo la giovane regista tedesca Katrin Gebbe, sì. Il film di apertura della sezione Orizzonti, Pelikanblut, si presenta con molta forza visiva, con scelte estetiche studiate e ben congegnate, con una buona ricerca dei suoni e delle musiche, con attori capaci di interpretare a pieno il loro ruolo, anche le due bambine al centro del film non mancano di far vedere le loro naturali capacità attoriali, quello che manca, nella lunghezza del film, è la sua tenuta. La scelta di avvallare in modo esplicito l’uso della magia come efficace soluzione al posto della medicina rende il film di parte, un vero peccato. Wiebke vive con Nicolina, figlia adottiva di nove anni, in uno splendido allevamento di cavalli usato come maneggio dalla polizia. Dopo molta attesa ha la possibilità di adottare Raya, bambina di cinque anni, per dare a Nicolina una sorella e pare profilarsi una relazione tra la donna e uno dei poliziotti a cavallo frequentanti la struttura. Raya, inizialmente timida e incantevole, esplode in momenti di rabbia incontrollabile e costituisce un serio pericolo per sé stessa e gli altri. La madre si accorge di aver portato un “mostro” in casa e dovrà spingersi oltre i propri limiti e prendere delle decisioni estreme per non perdere le sue piccole. Dice del film la regista: “Pelikanblut esplora uno scenario da incubo per un genitore. Il titolo si riferisce all’immagine cristiana della madre pellicano che nutre i suoi piccoli morti con il suo stesso sangue per riportarli in vita. È una metafora dell’amore e della fede altruistici. Anche la protagonista del mio film intraprende la strada del sacrificio personale per guarire la sua bambina “morta” dal punto di vista emotivo. Comincia una discutibile cura e diventa sempre più ossessionata dal trovare una soluzione al suo dilemma”. Peccato che tutta la tensione emotiva che il film fa accumulare allo spettatore e i tratti horror (quasi da L’esorcista) che la regista usa con accortezza, senza esagerare, scivolino poi verso un finale troppo risolutivo e banale, quasi da fiction televisiva, invece di proporre allo spettatore un finale aperto e misterioso che avrebbe lasciato qual sapore di thriller che il film aveva fin dall’inizio.
Pelikanblut
di Katrin Gebbe
Durata: 121’
Germania, Bulgaria
Interpreti: Nina Hoss, Katerina Lipovska, Adelia-Constance Giovanni Ocleppo