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QIQIU – Il Palloncino (Pema Tseden)

Inattesi contrasti tra l’aliena modernità e la vita dal sapore antico dei pastori tibetani. La popolazione locale è alle prese con le imposizioni sul regolamento delle nascite del lontano governo cinese. Sono quasi settant’anni che il Tibet non ha più autonomia politica, la sua indipendenza culturale è però evidente, nei costumi, nelle tradizioni e nella possibiltià di vivere in libertà nelle praterie sul tetto del Mondo. Ma il regolamento sulle nascite è un fardello pesante da gestire. Sono ammessi al massimo due figli e sanzioni per i nascituri successivi.
Una famiglia tradizionale composta da Darje, Drolkar, il nonno e tre figli conduce una vita semplice e tranquilla badando al proprio gregge e alla casa. I bambini giocano con quello che hanno, i telefonini ci sono ma servono solo per vera necessità, il televisore sta meglio spento che acceso. La famiglia vive felice e, di conseguenza, il loro gregge di pecore, quasi fosse una seconda famiglia, in cui il montone è come un secondo padre, con tanto di parrallelo comico tra il capofamiglia e l’animale. La sessualità è un argomento tabù ma presente, che percorre tutto il film. La magia bucolica viene disturbata da un oggetto inatteso. Un preservativo usato come palloncino dai bambini scatena momenti di imbarazzo mettendo a repentaglio l’armonia famigliare e con il vicinato. Il contraccettivo è uno dei co-protagonisti della pellicola, visto nella sua doppia funzione di oggetto medico e di giocattolo. In parallelo scorre anche la vita della bella sorella di Drolkar, divenuta monaca dopo una delusione d’amore, oggi vista dal suo ex fidanzato (docente di lettere e scrittore) come un palloncino volato via.
Il film fa stridere la realtà della legge umana con la religione e le credenze sulle anime e sulla reincarnazione. Il popolo tibetano crede nella morte della carne e nella continuazione dell’anima, il Governo Cinese no. Quando la fede buddista si scontra con la società, ci si trova a dover fare una scelta: il corpo o lanima? Il regista e scrittore tibetano Pema Tseden è alla sua terza presenza veneziana in Orizzonti (nel 2015 con il film Tharlo e nel 2018 con Jinpa). L’autore in questi film realizza il ritratto desolante (e a volte folle) di una generazione di tibetani, quella cui appartiene, spiazzata, disorientata e desensibilizzata. La sua regia è raffinata e ricca di momenti estetici ricercati. I suoni sempre ben composti e adeguati al momento.

QIQIU
di Pema Tseden
Durata: 102’
Interpreti: Sonan Wangmo, Jinpa, Yangshik Tso

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Sull'autore

Simone Agnetti

Simone E. Agnetti, Brescia 1979, è Laureato con una tesi sul Cinema di Famiglia all’Università Cattolica di Brescia, è animatore culturale e organizzatore di eventi, collabora con ANCCI e ACEC, promuove iniziative artistiche, storiche, culturali e cinematografiche.