Risulta difficile classificare il lungometraggio d’esordio di Alice Lowe, che in Prevenge riveste anche il ruolo della protagonista Ruth, una donna incinta che “porta la rabbia nel grembo”. La sua gravidanza coincide infatti con la morte del compagno, evento che la spinge a dare la caccia ai potenziali colpevoli e a vendicarsi di loro in modo spietato. Ruth, sovvertendo in modo brutale ma al contempo ironico l’ideale classico e “naturale” della donna in attesa, diventa una killer seriale, autrice di omicidi che volutamente sembrano sconfinare in scene pulp. Ma la fonte di questo male è rappresentata proprio dalla creatura che porta in grembo, responsabile non solo di trasformare radicalmente il corpo della futura madre, ma anche assumere il dominio dei suoi pensieri.
Mediante la scelta registica della telecamera a spalla, seguiamo gli spostamenti della donna e le sue strategie d’attacco, oscillando tra elementi macabri, drammatici e irriverenti. Stretta è la relazione con la città (Cardiff), unica sfera di sicurezza e accoglienza per la donna sola.
Un film quasi “grottesco” dunque, e piuttosto unico del suo genere, anche per il fatto che la Lowe ha girato il film, in tempi brevissimi, finché si trovava agli ultimi mesi della sua gravidanza.