In una tranquilla serata in Ohio, un uomo e una donna restano coinvolti nell’omicidio fortuito per legittima difesa di un poliziotto che li aveva fermati per un’infrazione banale. Scelgono di fuggire insieme, diventando ricercati “eccellenti” ma anche – a modo loro – eroi degli ultimi, sopraffatti e soprattutto della comunità African-American a cui appartengono.
Ispirato al bestseller di James Frey (In un milione di piccoli pezzi, Katerina) Queen&Slim appartiene a quegli oggetti parzialmente derivativi da certa letteratura/cinematografia militante ma anche, fortunatamente, allo sguardo ancora indomito di una cineasta debuttante, la cubana Melina Matsoukas. Rifacendosi ai tratti cult di Bonnie & Clyde, la regista (e a monte la sua sceneggiatrice Lena Waithe) organizzano un film lungo ed elaborato, capace di cambiar di segno per svolte drammaturgiche ben costruite. Più che la costruzione dei personaggi – piuttosto nei cliché – di buono esce l’universo di sfondo, quell’America on the road contemporanea che è il risultato degli scenari da New Hollywood, un’umanità se vogliamo ancor più cinica, immersa in un disincanto opportunista e di certo non genuinamente dropout come fra gli anni ’60 e ’70. I due protagonisti reggono comunque il tempo narrativo: se il già noto (e candidato all’Oscar per il cult Get Out) britannico Daniel Kaluuya è una certezza, la sorpresa arriva dall’esordiente in cinema di Jode Turner-Smith, bellissima e iconica. Applaudito in vari festival internazionali, fra cui l’ultimo Torino Film Festival, il film si presenta come un buon intrattenimento capace di dar vita a qualche riflessione.
Queen&Slim
Regia: Melina Matsoukas
Cast: Daniel Kaluuya, Jodie Turner-Smith
USA 2019
Durata: 132′