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QUEEN&SLIM (Melina Matsoukas)
Bonnie & Clyde si tingono di black

In una tranquilla serata in Ohio, un uomo e una donna restano coinvolti nell’omicidio fortuito per legittima difesa di un poliziotto che li aveva fermati per un’infrazione banale. Scelgono di fuggire insieme, diventando ricercati “eccellenti” ma anche – a modo loro – eroi degli ultimi, sopraffatti e soprattutto della comunità African-American a cui appartengono.

Ispirato al bestseller di James Frey (In un milione di piccoli pezzi, Katerina) Queen&Slim appartiene a quegli oggetti parzialmente derivativi da certa letteratura/cinematografia militante ma anche, fortunatamente, allo sguardo ancora indomito di una cineasta debuttante, la cubana Melina Matsoukas. Rifacendosi ai tratti cult di Bonnie & Clyde, la regista (e a monte la sua sceneggiatrice Lena Waithe) organizzano un film lungo ed elaborato, capace di cambiar di segno per svolte drammaturgiche ben costruite. Più che la costruzione dei personaggi – piuttosto nei cliché – di buono esce l’universo di sfondo, quell’America on the road contemporanea che è il risultato degli scenari da New Hollywood, un’umanità se vogliamo ancor più cinica, immersa in un disincanto opportunista e di certo non genuinamente dropout come fra gli anni ’60 e ’70. I due protagonisti reggono comunque il tempo narrativo: se il già noto (e candidato all’Oscar per il cult Get Out) britannico Daniel Kaluuya è una certezza, la sorpresa arriva dall’esordiente in cinema di Jode Turner-Smith, bellissima e iconica. Applaudito in vari festival internazionali, fra cui l’ultimo Torino Film Festival, il film si presenta come un buon intrattenimento capace di dar vita a qualche riflessione.

Queen&Slim
Regia: Melina Matsoukas
Cast: Daniel Kaluuya, Jodie Turner-Smith
USA 2019
Durata: 132′

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.