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TANNA (Bentley Dean & Martin Butler)
Romeo e Giulietta tra gli aborigeni

TANNA

La giovane Wawa è innamorata di Dain, il nipote del capo degli Yakel, una tribù aborigena e fiera della propria cultura “Kastom” che vive a Tanna, un’isola vulcanica dell’arcipelago delle Vanuatu nel Pacifico meridionale. Per negoziare la fine della guerra con una tribù rivale però, Wawa viene promessa in sposa a un altro uomo. I due innamorati decidono così di fuggire insieme rifiutando il destino disegnato per loro, ma dovranno affrontare scelte che metteranno in conflitto il loro amore con il futuro della propria tribù.

Trionfatore della “Settimana della critica” di Venezia 2015 e inserito nella cinquina del “miglior film straniero” per gli oscar 2017, Tanna è un’opera tanto lineare quanto affascinante che, oltre a segnare l’esordio al cinema di fiction per due apprezzati documentaristi/scrittori australiani, ha il primato di essere il primo film della storia del cinema a essere interamente parlato in lingua bislama. A dispetto della suggestiva ambientazione esotica però, le radici di Tanna vanno probabilmente ricercate nel Romeo and Juliet di Shakespeare, il cui plot è assai simile al testo dell’antica canzone Yakel ritenuto dagli stessi registi il nucleo ispirativo del film. Una canzone che, attraverso la vicenda dei due giovani pronti a sfidare la Legge in nome dell’Amore, racconta come proprio a partire dal rifiuto dei “matrimoni forzati” abbia avuto inizio la mutazione della cultura “Kastom”.

Al di là dei temi però, ciò che convince maggiormente di Tanna è lo sguardo con cui viene osservata la vicenda. Uno sguardo in grado di calarsi dentro un contesto senza forzarlo (e qui incide in maniera determinante la formazione antropologica di Bentley&Dean), di conservare sempre la prossimità e l’intimità con i propri personaggi/persone e con l’ambiente con cui agiscono e da cui sono agiti, di mantenere sempre nel giusto equilibrio la storia con il Mito e la straordinarietà con la quotidianità. Uno sguardo, soprattutto, in grado di restituirci con partecipazione e disincanto un mondo al tramonto, ma che icasticamente conserva la forza dell’origine. Un piccolo (micro budget, troupe ridottissima) grande film che sarà difficile non riuscire ad amare.

 

 

Regia: Bentley Dean, Martin Butler

Con Mungau Dain (Dain), Marie Wawa (Wawa), Marcelin Rofit (Selin)

Australia/Vanuatu 2015

Durata: 104’

 

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).