Il regista portoghese Sérgio Tréfaut realizza un piccolo capolavoro. Con atmosfere sospese e dialoghi rarefatti seguiamo le vicende di una donna di vent’anni con figli che vive in un campo di detenzione iracheno con altre donne con bambini.
Scopriamo che, da adolescente, la ragazza è fuggita dal Portogallo per sposare un combattente dell’Isis. Vivendo nel Daesh diviene una sposa della Jihad. Ora, caduto lo stato islamico, è vedova e deve occuparsi di due figli ed è nuovamente incinta. La detenuta è in attesa di un processo per valutare la sua implicazione con gli islamisti e se, oltre ad essere una madre, ha avuto parte ad azioni contro lo stato iracheno. Unico appiglio con l’Occidente è un piccolo lettore musicale con il quale ascolta Back To Black di Amy Winehouse, colonna sonora del film, unico suono lontano dai rumori della guerra e alla monotonia del carcere.
Il regista racconta che, mentre stava progettando un documentario sull’azione americana in Iraq, dopo il ritiro degli statunitensi arrivò a Mosul l’Isis e il suo progetto fu interroto. Così: “il numero sbalorditivo di persone provenienti dall’Europa Occidentale che si sono unite ai combattenti stranieri di Daesh mi ha spinto a realizzare questo film.”
Con il registro della docufiction Sérgio Tréfaut fa emergere un tema del quale sappiamo ancora poco e che, certamente, sarà oggetto di altre narrazioni.
THE BRIDE
Titolo originale: A NOIVA
Regia di Sérgio Tréfaut