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OBEŤ (VITTIMA) di Michal Blaško
Solidarietà verso gli immigrati tra necessità e menzogne

L’Europa dell’est vive un periodo di grande trasformazione. Il flusso di migranti dall’Ucraina e la presenza della popolazione rom sono criticità che sono avvertite anche in piccole nazioni come la Repubblica Ceca. Michal Blaško presenta in concorso ad Orizzonti Obet (vittima), film che pone luce su alcune dinamiche migratorie interne all’Europa. Ci sono immigrati ritenuti di serie A e altri di serie B. Se ne rende conto anche Irina, protagonista del film, che trova conforto e accoglienza presso una cittadina ceca più per la sua provenienza e per il suo colore della pelle che per il fatto di essere nel bisogno economico. Non ricevono lo stesso trattamento i rom che vivono nel suo stesso condominio di periferia.

Il figlio di Irina è uno studente modello e un atleta professionista di ginnastica. Quando subisce una aggressione sulle scale del loro palazzo, tutti accorrono a sostenerli, alla ricerca della verità, con il dito puntato contro gli altri, gli zingari, certamente colpevoli del fatto. L’intera città si schiera per solidarietà con la famiglia ucraina. Irina e il figlio sono posti al centro di attenzioni politiche, presi a pretesto per sfogare la rabbia popolare dal basso e sballottati dal sindaco come trofeo da esporre nei momenti pubblici.

Obet mostra la relazione madre-figlio portata agli estremi, quando la donna scopre cosa è realemtne successo al ragazzo, si trova combattuta tra le opportunità che la situazione le ha concesso dal punto di vista lavorativo e di integrazione e il desiderio di far emergere la verità e fare giustizia.

Qualunque scelta la donna faccia le conseguenze peseranno nella vita della famiglia.

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Sull'autore

Simone Agnetti

Simone E. Agnetti, Brescia 1979, è Laureato con una tesi sul Cinema di Famiglia all’Università Cattolica di Brescia, è animatore culturale e organizzatore di eventi, collabora con ANCCI e ACEC, promuove iniziative artistiche, storiche, culturali e cinematografiche.