Vita associativa

TORNIAMO NELLE SALE PER RITROVARCI INSIEME E GUARDARE “OLTRE”
Riflessione di don Gianluca Bernardini e Arianna Prevedello

Tamponi, mascherine, distanziamento, green-pass… Nulla, forse, ci trattiene più dall’andare al cinema e dal godere appieno di questa esperienza. Questo sarà il primo Natale dopo la pandemia, o quasi. Un po’ come è successo nella storia del cinema, in cui vi sono stati “Natali al cinema” dopo le guerre, dopo i terremoti, dopo tutti quegli eventi drammatici che hanno messo in ginocchio la vita di una comunità. Proprio a queste nostre realtà pensiamo, con le sale ACEC, nel predisporre in questi giorni di Avvento tutto il necessario perché veramente si possa sperimentare il cinema delle Feste: alla comunità dei grandi, ma anche dei piccoli (e medi) che nel cinema cerca quella storia unica e irripetibile che “sorvoli” le nostre vite, portandoci fuori da esse proprio per guardarle più nitidamente con speranza. Ore in serenità, certo, ma non solo intrattenimento. Momenti in cui riflettere e, forse, elevare l’animo tanto appesantito dagli orrori del mondo. Volontari e professionisti delle Sale della Comunità setacciano così, con tanta passione, nel grande calderone della distribuzione, storie che allarghino l’orizzonte e lo sguardo, aspettandosi quel sorriso che per tanto tempo e con fatica abbiamo atteso. Il cinema partecipa sempre, in fondo, ad una ritrovata serenità, senza dimenticare mai, attraverso le sue narrazioni, le sofferenze del passato o i timori del futuro. È la nostra vocazione, quella della nostra associazione che accompagna con sapienza e affetto il proprio pubblico: quello di sempre, come quello che ritorna o per la prima volta apprezzerà il calore delle nostre Sale. Un impegno che ci vede solerti nell’offrire proposte che accontentino il palato di tutti, ma soprattutto che diano quel di più che magari, appunto, ci è tanto mancato stando “lontani”. Il cinema del resto ha questo potere, quello di avvicinare le persone, ma soprattutto gli animi e i cuori di chi per un tempo opportuno, come quello che prepara al Natale, abita i nostri ambienti e ne esce, presumibilmente sollevato, divertito o con una domanda nel proprio intimo che, probabilmente, potrà accompagnare il dialogo con le persone care nonché la nostra stessa riflessione. «Con la sua incarnazione, – scrive il domenicano Jean-Pierre Brice Olivier – Dio ridà la parola agli uomini. In principio è la Parola, tutto è attraverso il Verbo. Senza di lui nulla esiste, in lui è la nostra vita. Egli parla e ciò che dice esiste. Pronuncia e ciò che dice avviene, invita ad avanzare». Che sia, allora, un Avvento e un Natale al cinema per tutti con storie che invitano davvero ad avanzare.

Articolo pubblicato su Avvenire del 06/12/22

(Photo by Jake Hills on Unsplash)

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