Filmcronache

TROLLS (Mike Mitchell & Walt Dohrn)
Piccoli folletti crescono (e maturano)

Canta che ti passa. I Trolls, in effetti, altro non fanno da vent’anni, cioè da quando si sono liberati dal pericolo dei Bergen, creature infelici che riescono a conoscere e provare la gioia solamente cibandosi di loro, capelluti e minuscoli pupazzetti. A liberarli dall’insidia dei voraci nemici è stato il glorioso Re Peppy che – ora anziano – ha passato il regno alla figlia, la principessa Poppy. Da quel gesto eroico avvenuto appunto vent’anni fa, ogni anniversario è celebrato con la festa del “Trollstizio”, appuntamento di pura ilarità, sgarcianti colori e chiasso a non finire. Ma è anche l’evento prediletto dai Bergen per assediarli a sorpresa, catturarli e mangiarseli. Il timore di Branch, l’unico Troll infelice sulla faccia della Terra, si rivela fondato e toccherà a lui, insieme all’entusiasta e coraggiosa Poppy, il compito di salvare i compagni in pericolo di vita.

Esiste un periodo della vita in cui è vietato essere tristi. Il divieto arriva da una legge naturale che tutela i più piccoli, ed è capace di prevaricare persino gli accadimenti più feroci. Accanto alla tale legge, quando sono presenti, vigilano genitori, fratelli e parenti prossimi. La quotidianità si traduce in una festa perpetua, che trasfigura la vita in un immaginario di colori, sapori, suoni e vibrazioni destinato nel tempo a sfumare. Ma senza questa dose “materna” e massiccia di felicità incosciente l’essere umano, probabilmente, sarebbe destinato ad estinguersi prematuramente. L’età adulta pertanto diventa la sintesi armonica ed equilibrata di luci ed ombre, consapevolmente vissute e gestite. Il nuovo prodotto DreamWorks che fa leva sui popolarissimi pupazzi nativi del profondo Nord, di cui animano la ricca tradizione mitologica, sembra asservire proprio tale “passaggio” esistenziale, presentando le creature “più felici del mondo” davanti a un evento che mette a rischio la loro serenità. I malvagi Bergen altro non sono che la normalità, quel primo passo fuori dall’infanzia e dentro l’adolescenza, problematica anticamera dell’età adulta. Trolls, dunque, elabora con cura ed attenzione il suo messaggio educativo, indirizzato prioritariamente ai bambini fra i 5 e i 10 anni, con una strizzata d’occhio ai genitori che necessariamente dovranno accompagnarli in sala. I piccoli spettatori si divertiranno parecchio davanti alle notevoli scenografie e coreografie messe a punto dagli autori dentro a una fiaba musical, nella migliore delle accezioni: buona parte del racconto è infatti affidato ai testi delle canzoni, alcune delle quali originali (inediti di Justin Timberlake, voce originale di Branch) e altre cover con liriche perfettamente adatte ai segmenti della trama a cui si riferiscono. Pezzi come The Sound of Silence, Happy e Eclypse of the Heart figurano magnificamente nella performance dei simpatici folletti. Ed è anche interessante l’uso ironico delle citazioni del cinema animato di culto: la servetta del giovane re dei Bergen è una novella e assai bruttina Cenerentola..dalla quale però ha ereditato ben poco fascino. E’ chiaro che il leitmotiv immaginifico sia desunto dalla saga di Shrek, l’adorabile monster in un mondo di freak, inventato non casualmente dagli stessi creatori di Trolls.

Durata: 93′

USA 2016

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.