Fra le pochissime donne (9 su 500 studenti) ammesse alla facoltà di legge di Harvard nel 1956, Ruth Bader Ginsburg cerca con rigore e professionalità di tenere il passo fra la famiglia e lo studio: ha un marito (Martin) al secondo anno della stessa facoltà e un bimbo piccolo. Quando Martin ottiene un lavoro a New York, Ruth lo segue continuando gli studi alla Columbia University, ma pur con due lauree con lode in mano nessuno studio legale in città la assume in quanto donna. Ripiega sull’insegnamento accademico del diritto – benché con stipendi infieriori rispetto ai colleghi maschi – finché un caso di discriminazione tributaria non le permette di tentare qualcosa di straordinario: cambiare una legge della Costituzione. Questo le diventa possibile grazie al sostegno del marito pure avvocato di livello (nel frattempo guarito dal cancro) e della figlia adolescente a cui trasmette la passione per la giustizia.
Biopic classico unito al legal drama e al cinema sui diritti civili, Una giusta causa riporta la regista americana Mimi Leder su territori a lei ben noti (fra suoi i credits serie tv a sfondo legale e criminale) a cui si unisce una decennale attenzione al processo di emancipazione delle donne. La figura di Ruth B Ginsburg, ben incarnata dalla sensibilità dell’attrice britannica Felicity Jones, emerge come sintomo e simbolo esemplare di un’epoca di limitazioni sulla quesitone di genere, in un panorama statunitense ove la classe dirigente continuava ad aggirare il problema. Il fuoco del film, pertanto, si concentra sulla presentazione dello status quo vigente sviluppandosi poi verso il percorso dell’avvocatessa – dal 1993 giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti e oggi una delle donne più potenti degli States – nella direzione di scardinare gli errori insiti nella legge del suo Paese, alla luce di un “cambiamento sociale radicale” che ne sancisce il paradosso. Il punto, dunque, è l’allargamento di sguardo sul senso della Storia che cambia, e su quanto sia necessario che la legge – intesa nel suo significato più concettuale – si adegui in profondità a tali cambiamenti. Dal punto di vista dell’emancipazione femminile, inoltre, è significativo quanto Ruth non desideri modificare l’essenza dell’esser donna quanto insistere sulla natura paritaria dei sessi di fronte a qualunque espressione umana, e qui in particolare a legge e giustizia. Pur non manifestando elementi cinematografici di rilievo o innovativi, il rigoroso lavoro di Leder fa chiarezza sui concetti che intende veicolare senza rinunciare a una narrazione incalzante e una drammaturgia appassionata.
UNA GIUSTA CAUSA
Regia: Mimi Leder
Cast: Felicity Jones, Armie Hammer, Kathy Bates
USA 2019
Durata: 120 min.