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UNA STORIA D’AMORE E DI DESIDERIO (Leyla Bouzid)
Radici letterarie e ricerca identitaria

Ahmed, 18enne francese di origine algerina, è cresciuto in una banlieue di Parigi. Nelle aule universitarie della Sorbona, al primo anno di studi, incontra Farah, giovane tunisina vitale ed esuberante, che si è appena trasferita in Francia. Le lezioni di poesia araba cortigiana, di cui il ragazzo non immaginava neppure l’esistenza, avvicinano i due studenti: Ahmed si innamora di Farah ma, benché provi una forte attrazione per lei, cerca in tutti i modi di resistere agli impulsi carnali, trattenuto da una riservatezza che permea il suo mondo interiore…

Secondo lungometraggio della regista tunisina Leyla Bouzid (che ha effettivamente studiato letteratura alla Sorbona), Una storia d’amore e di desiderio è una ricognizione, intima e sensoriale, su un ragazzo che fatica a vivere con pienezza un sentimento che lo nutre e allo stesso tempo lo divora. Ma le fragilità, le difficoltà, i dubbi di Ahmed ad accettare i propri slanci vitali, imbrigliati dal non detto e da reticenze ataviche, vengono progressivamente filtrati da un corpus letterario, per quanto sensuale ed esplicito, espressione rigogliosa di un contesto culturale secolare e, in parallelo, mitigati da un orizzonte familiare che, pur ovattando i legami relazionali più autentici, si rivela capace di trasformare l’assenza in presenza e partecipazione. Ahmed non conosce nulla del suo Paese di origine, né la lingua né le testimonianze colte, mentre Farah intrattiene un rapporto diretto con la tradizione tunisina. Ma, da un lato, la conoscenza di testi medievali che, oltre Le Mille e una notte, definiscono con estrema varietà di toni l’estasi amorosa e, dall’altro, il recupero del dialogo con il proprio padre giornalista, chiusosi in una forma di depressione al suo arrivo in Francia, costituiscono per Ahmed il passepartout con cui aprire il cuore e la mente, riannodando il filo del passato al suo stesso presente.

La lettura, la scrittura, l’enunciazione (come farà Ahmed, vincendo il timore di parlare in pubblico di tali tematiche, presentando le sue ricerche ai compagni di corso in ateneo) sono dunque tappe cruciali, per il ragazzo, nel suo percorso di riconciliazione con se stesso. Così, più che un film di scoperta del corpo e di affermazione sessuale (che rovescia in ogni caso l’immagine stereotipata della virilità maschile), Una storia d’amore e di desiderio è un’opera sulla ricerca identitaria, sulle radici costitutive, sulla pacificazione dell’anima. E a dare forma a questa indagine impalpabile sugli ostacoli interiori, sugli imbarazzi affettivi, sulla tensione della prima volta contribuiscono con efficacia un tessuto sonoro ipnotico (le note irrequiete di un sassofono lungo la Senna, le danze liberatorie di un locale etnico), un repertorio registico maturo (alimentato da una sapiente costruzione delle inquadrature) e la doppia, convincente performance attoriale dei due giovani protagonisti.

Regia: Leyla Bouzid

Interpreti: Sami Outalbali, Zbeida Belhajamor, Diong-Kéba Tacu, Aurelia Petit

Nazionalità: Francia, 2021

Durata: 102’

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Sull'autore

Paolo Perrone

Giornalista professionista, critico cinematografico, curatore di rassegne e consulente alla programmazione, è direttore responsabile della rivista Filmcronache e autore di numerosi saggi sul cinema. Per Le Mani ha scritto Quando il cinema dà i numeri. Dal mathematics movie all'ossessione numerologica.