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VERDICT (Raymund Ribay Gutierrez)

La forza di una storia e la buona regia di Raymund Ribay Gutierrez sono in grado di superare le pecche attoriali presenti nel film Verdict, in concorso a Venzia76 nella sezione Orizzonti.

Joy vive a Manila con la figlia Angel di sei anni e il marito Dante, un piccolo criminale. Come spesso accade, una sera l’uomo torna a casa ubriaco e picchia la moglie selvaggiamente. Stavolta però, fa del male anche ad Angel. Esasperata Joy va con la bambina dalla Polizia per denunciare il marito e mandarlo in prigione; scopre tuttavia che la giustizia è lenta e sostiene e alimenta la burocrazia invece di tutelare le vittime. La determinazione con cui Joy procede nel cercare di condannare il marito violento ricorda quella della protagonista del film Leone d’Oro La storia di Qiu Ju (Zhang Yimou, 1992), ma questa pellicola filippina non ha, purtroppo, la stessa forza cinematografica. Ad indebolirla sono gli attori, molto amatoriali alcuni, che stridono con i protagonisti principali. Peccato per il giovane regista alla sua opera prima.

Raymund Ribay Gutierrez segue le vicende in luoghi potentemente reali, assilla i protagonisti con i rumori incessanti della città e delle stanze di tribunale, li nasconde nel traffico di corpi umani di una terra sovraffollata in cui bisogna sgomitare ogni metro. La legge vive in un mondo astratto e lontano dagli uomini, fatto di documenti e carte, fogli che si fanno spazio e poi finiscono per accumularsi in montagne di risme che nessuno guarderà più. La violenza domestica è la forma di abuso più diffusa nelle Filippine, il regista ha scritto il soggetto dopo aver incontrato una donna, sottoposta a un controllo medico legale, che aveva lividi su tutto il corpo. Aveva subito violenza dal marito durante un litigio. Seguendo il suo caso ha poi scoperto che non aveva continuato l’iter giudiziario perché di fatto impraticabile. Il costo di una procedura giudiziaria è astronomico per un filippino medio e la procedura ordinaria è lunga e non sempre punitiva per il colpevole. Dice il regista: “La regolarità delle procedure giudiziarie è importante, ma se le procedure stesse diventano l’unico scopo, rischiano di stravolgere quella giustizia che dovrebbero garantire. A volte la giustizia deve essere tempestiva per essere veramente giusta.”

 

Verdict
di Raymund Ribay Gutierrez
Durata: 126’
Filippine, Francia
Interpreti: Max Eigenmann, Kristoffer King, Jorden Suan, Rene Durian

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Sull'autore

Simone Agnetti

Simone E. Agnetti, Brescia 1979, è Laureato con una tesi sul Cinema di Famiglia all’Università Cattolica di Brescia, è animatore culturale e organizzatore di eventi, collabora con ANCCI e ACEC, promuove iniziative artistiche, storiche, culturali e cinematografiche.