Venezia 80 Filmcronache

AGGRO DR1FT (Harmony Korine)
Una faticosa esperienza immersiva

Protagonista di Aggro Dr1ft è un killer professionista, che si divide tra assassinii spietati e una famiglia che tutela con dolcezza. A opporsi a lui ci sono misteriose forze del male che dovrà sconfiggere per costruire un mondo migliore. Ma la trama è forse la cosa meno rilevante del film, che si mostra subito per la sua tecnica sperimentale, tanto che il regista sostiene che non si tratta nemmeno di un film ma di un’esperienza immersiva che pretende di ampliare la nostra percezione della realtà.
L’opera è interamente girata con telecamere a infrarossi, e poi alla pellicola vengono aggiunti complessi effetti visivi, con disegni e costruzioni che distorcono le immagini. L’effetto, a detta del regista, dovrebbe richiamare quello dei videogiochi, ma nei fatti i videogiochi seguono molto di più una rappresentazione realistica. Sembra piuttosto un grande fumetto in movimento, tutto giocato su due colori, caldo e freddo, e sulle diverse tonalità intermedie.
Secondo il regista, questa tecnica ambiziosa dovrebbe permettere di vedere direttamente le anime dei personaggi, ma il risultato è quello di una storia banale che semplicemente si vede male: i volti dei personaggi non si riconoscono, i loro gesti si percepiscono con fatica, e invece di vedere le anime sono solo i corpi che emanano il calore che le telecamere termiche catturano. Forse è vero che si tratta di un’esperienza immersiva: ci si immerge in un mondo faticoso, nel quale anche assistere a una semplice scena innocua diventa una tortura per lo spettatore, che deve sforzarsi di capire chi sta parlando e di chi è quel volto che nei fatti è un grumo di colore giallo e rosso. Perché farsi del male?
Forse piacerà agli amanti delle innovazioni tecniche, ovviamente la tecnologia ha un ruolo fondamentale del cinema, ma deve porsi al servizio dell’arte e della narrazione e non, come in questo caso, piegare l’arte a una sperimentazione tecnica fine a se stessa. O piacerà agli amanti dei fumetti, ma il conflitto tra bene e male, a pistolettate, e con rappresentazioni del diavolo incarnato, sembrano proprie di una fumettistica vecchia e superata da molti anni.

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Sull'autore

Alessandro Cinquegrani