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Alice nel segno dell’Italia
Molti i titoli interessanti alla RomaFF 2018

È stato l’anno dell’Italia alla Festa del cinema di Roma 2018, non solo per la vittoria di Edoardo De Angelis con “Il vizio della speranza” nella selezione ufficiale (premio del pubblico) e la chiusura in bellezza con la commedia noir di Paolo Virzì “Notti magiche”, ma anche per le tante rivelazioni proposte da “Alice nella città”, la sezione dedicata ai film per i bambini e ragazzi.

Seppur ai margini del concorso ed escluse dal palmares, le opere italiane per gli under 20 hanno fatto la parte del leone negli Eventi Speciali, promettendo una fertile stagione di uscite, da sfruttare anche per i cineforum offerti alle scuole dalle Sale della Comunità. Dopo il film con gli attori disabili di Paolo Ruffini (“Up & Down”), l’inchiesta sugli oratori lombardi di Giorgio Horn (“Qui è ora”), l’ascesa e caduta della giovane pugilessa olimpionica Irma Testa (“Butterfly” di Cassigoli & Kauffmann), e le avventure dei “Minicuccioli” di Sergio Manfio, che hanno animato la prima parte del festival (vedi articolo precedente), si è giunti, in chiusura di rassegna, ad altre due pellicole apprezzatissime dai giovani spettatori di “Alice” perché parlano di loro attraverso il loro sguardo.

Si tratta di “Zen sul ghiaccio sottile” dell’esordiente Margherita Ferri e di “Bene ma non benissimo” di Francesco Mandelli che scopre un’ironia brillante e delicata, lontanissima dagli eccessi dei “Soliti idioti” (di cui è regista e interprete). L’opera di Ferri è adatta a trattare con i ragazzi tra i 15 e i 18 anni temi come il bullismo e la scoperta della sessualità, presenti nella vita di “Zen” soprannome di una ragazza trentina in lotta con il mondo, ma soprattutto con sé stessa, perché vorrebbe essere un maschio. La storia di Mandelli è invece raccomandata per le scuole medie, frequentate nel film dalla siciliana Candida, che deve integrarsi in una nuova classe a Torino, tenendo testa ai pregiudizi, alla mancanza del suo paese, alla perdita della madre, giocandosi la carta della spontaneità e dando vita a gag degne del miglior Chaplin. In concorso i giurati di “Alice”, studenti delle scuole superiori, hanno premiato meritatamente “Jelly Fish”, opera prima dell’inglese James Gardner su un’adolescente costretta a prendersi cura dei fratelli e della madre bipolare. E non poteva esserci chiusura migliore dell’anteprima di “Dilili in Paris”, ultima meraviglia del maestro Michel Ocelot, presente in sala, che attraverso la sua sempre raffinata animazione, ci ricorda che noi siamo l’unico antidoto al male.

 

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Sull'autore

Elena Grassi

Laureata in Scienze delle comunicazione all’Università di Trieste, ha conseguito il master in Educazione audiovisiva e multimediale e il Dottorato di Ricerca in Scienze Pedagogiche all’Università di Padova. Giornalista e critico cinematografico, lavora da educatore audiovisivo per enti pubblici e privati ed è consulente per l’Acec del progetto Junior Cinema.