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ALICE NELLA CITTA’ 2023
Le crisi dell'età contemporanea nella sezione dedicata ai più giovani

La morte improvvisa di un fratello, la famiglia che va i pezzi, la fine della scuola che incombe. A tutto questo deve far fronte Federico, il protagonista adolescente di “The other son”, film colombiano di Juan Sebastián Quebrada, vincitore del Concorso internazionale di “Alice nella città”, sezione autonoma e parallela della Festa del cinema di Roma, dedicata alle opere per bambini e ragazzi. Il tema della perdita è stato il filo conduttore di una ricca rassegna, che ha accompagnato gli spettatori delle scuole e il pubblico adulto in un viaggio attraverso “le” crisi dell’età contemporanea (dall’ambiente alla famiglia, dall’immigrazione ai femminicidi), con lo sguardo di chi, suo malgrado, le erediterà.

“Desiré” di Mario Vezza, Premio Raffaella Fioretta come miglior film del Panorama Italia, tratta la perdita della libertà di una giovane senegalese finita in un carcere minorile a Napoli (l’altra faccia della medaglia di “Mare Fuori”, serie Rai sullo stesso tema, la cui nuova stagione è stata presentata sempre ad “Alice nella città”). Un’impronta neorealista che ricorda lo stile dei Dardenne, per raccontare la crudezza di un futuro negato, prima dalla società e poi dalla stessa protagonista, che non riesce ad affrontare l’abbandono della madre, fuggita a rifarsi una vita, e del docente di teatro, trasferito in altro penitenziario. L’elaborazione di un lutto famigliare è invece la spinta al percorso evolutivo di Mahito, simbolo delle nuove generazioni per Hayao Miyazaki nel film-evento di questa edizione, “Il ragazzo e l’airone”, testamento del maestro dell’animazione giapponese, che racconta il passaggio di testimone tra un anziano zio e il nipote dodicenne, per la preservazione dell’equilibrio del mondo. Concetto olistico di un’armonia cosmica su tutti i livelli: la convivenza pacifica tra gli uomini, il rispetto della natura in ogni sua forma, la difesa dei valori legati all’amicizia e alla solidarietà. Dall’universale al particolare sono temi che emergono anche nel bel documentario “Bangarang” di Giulio Mastromauro, Premio speciale della giuria, che ha apprezzato la “capacità emotiva di aver colto le sfumature del vissuto dei bambini di Taranto, raccontate dalle loro stesse parole”, come si legge nella motivazione. La camera, da un lato indaga la quotidianità dei piccoli, dall’altro coglie il loro livello di consapevolezza rispetto all’inquinamento provocato dall’Ilva.

Altri titoli utili alle Sale della comunità, per le attività con le scuole ma anche per i cineforum, sono: “Club zero” di Jessica Hausner, una costruzione visiva geometricamente e cromaticamente fredda, per rappresentare la rigidità psicologica di chi pratica regimi alimentari disfunzionali; “Io e il secco”, opera prima di Gianluca Fantoni, che tratta il tema della violenza sulle donne dal punto di vista di un bambino di 10 anni; “One life” di James Hawes, con un sempre straordinario Anthony Hopkins nei panni di Nicholas Winton, definito “lo Schindler britannico”, per aver salvato 669 bambini dai nazisti poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

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Sull'autore

Elena Grassi

Laureata in Scienze delle comunicazione all’Università di Trieste, ha conseguito il master in Educazione audiovisiva e multimediale e il Dottorato di Ricerca in Scienze Pedagogiche all’Università di Padova. Giornalista e critico cinematografico, lavora da educatore audiovisivo per enti pubblici e privati ed è consulente per l’Acec del progetto Junior Cinema.