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ANDREJ TARKOVSKIJ. IL CINEMA COME PREGHIERA (Andrej A. Tarkovskij)
Arte, natura, memoria, spiritualità

Narrate in sequenza cronologica, la vita e l’opera di Andrej Tarkovskij attraverso le parole dello stesso regista russo: i suoi ricordi, il suo sguardo sull’arte, le riflessioni sul destino dell’artista e sul senso dell’esistenza umana. Grazie a rarissime registrazioni audio e video di interviste e di lezioni di regia, restaurate e finora inedite, custodite nell’Archivio Tarkovskij di Firenze, si risale alla fonte primaria del pensiero tarkovskiano, immergendosi nel misterioso universo della sua immagine cinematografica, rivisitando l’opera e il mondo interiore di uno dei più significativi autori della storia del cinema…

Chi già conosce il cinema di Tarkovskij si ritrova pienamente nel film che il figlio Andrej Andreevič ha dedicato al padre; chi invece non conosce ancora l’autore dell’Andrej Rublëv ha una splendida occasione per farne la conoscenza, attraverso un documentario profondo, intimo, struggente. Il grande cineasta russo, scomparso prematuramente nel 1986, a soli 54 anni, rivive qui in tutta la sua affascinante, complessa personalità, alimentata anche dall’accompagnamento sonoro delle poesie di Arsenij Tarkovskij, celebre poeta e padre del regista. I temi portanti del documentario appartengono a pieno titolo al cinema di Tarkovskij e al suo mondo interiore: la memoria, la natura, il tempo, il mistero, il sogno, elementi che convergono tutti nella direzione della spiritualità. Una spiritualità che per Tarkovskij è sempre in stretto rapporto con l’arte.

Dunque, il cinema come preghiera, la cultura imprescindibile dalla religione, la fragilità della fede e, allo stesso tempo, la sua irrinunciabilità, con lo sguardo di Tarkovskij a posarsi compassionevole sui protagonisti di tutti i suoi film (da L’infanzia di Ivan, 1962, a Sacrificio, 1986, passando appunto per Andrej Rublëv, 1966, Solaris, 1972, Lo specchio, 1974, Stalker, 1979, e Nostalghia, 1983), spesso colti nei loro momenti di sbandamento, di allontanamento da Dio. Una carriera composta da soli sette film (a cui va aggiunto il mediometraggio Il rullo compressore e il violino (1960), ripercorsa non solo da fotogrammi d’epoca, da rarissime riprese sui set, da fotografie scattate dal cineasta, ma anche dalle immagini girate dal figlio Andrej Andreevič: a Mijasnoe, dove si trova la casa di campagna, sull’isola di Gotland, in Svezia, dove è stato girato il film-testamento Sacrificio, a Roma, Bagno Vignoni, Chiusdino, Cittaducale, San Gregorio, Roccalbegna e Firenze. Luoghi di vita e di cinema, talvolta di dolore, intellettuale (le censure del comitato cinematografico russo) e fisico (la malattia), ma sempre sostenuti da un’ideale di intima libertà. Perché “la libertà di una persona non equivale ai diritti. I diritti individuali possono essere tolti, la libertà interiore no”.

Regia: Andrej A. Tarkovskij

Nazionalità: Russia, 2019

Durata: 97 minuti

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Sull'autore

Paolo Perrone

Giornalista professionista, critico cinematografico, curatore di rassegne e consulente alla programmazione, è direttore responsabile della rivista Filmcronache e autore di numerosi saggi sul cinema. Per Le Mani ha scritto Quando il cinema dà i numeri. Dal mathematics movie all'ossessione numerologica.