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ASSANDIRA (Salvatore Mereu)
Tra giallo e dramma familiare un film con molti limiti

Assandira è un agriturismo ricavato nella piccola tenuta di un pastore sardo, il suo successo è dovuto per lo più (ci sono altri motivi che non è il caso di rivelare) alla curiosità dei turisti per un mondo arcaico reso parco giochi e ammirato con la stessa superficialità con cui si guardano gli animali allo zoo. Protagonista è l’anziano pastore legato alle tradizioni ma anche remissivo rispetto alle insistenti richieste del figlio e della nuora.
Tratto dal libro di Giulio Angioni, il film ha un forte potenziale narrativo, poiché incrocia il dramma familiare col giallo, dato che il punto di partenza e di arrivo è la domanda sul perché l’agriturismo sia andato bruciato in un incendio a quanto parte doloso. Ma nel complesso l’opera porta con sé dei difetti di sceneggiatura che non possono che infastidire lo spettatore.
Innanzitutto l’uso diffuso della voce fuori campo: dovrebbe essere la voce del pastore, ma l’uomo parla solo in sardo rifiutandosi di passare all’italiano anche con persone che non lo capiscono, mentre la sua voce off ricorre a un composto ed elegante italiano; inoltre questa voce non fa che spiegare quanto già si potrebbe evincere facilmente dalle immagini, finendo per essere inutilmente ridondante come se lo spettatore avesse bisogno di essere portato per mano perché incapace di capire ciò che è già ovvio.
Inoltre la struttura stessa del film, che dovrebbe avere un forte impegno sociale, in realtà disegna un’opposizione manichea tra un passato idilliaco e arcadico e pieno di valori sani e un presente superficiale, spudorato, abitato da persone senza morale e senza vergogna. I personaggi divengono così macchiette, figure superficiali senza sfumature e senza evoluzione che non comunicano più, e il film lascia freddi, prevedibile in ogni parte, e con una morale nostalgica – si stava meglio quando si stava peggio – che non va oltre il luogo comune.

ASSANDIRA
Regia: Salvatore Mereu
Paesi: Italia
Interpreti: Gavino Ledda, Anna Koenig, Marco Zucca, Corrado Giannetti

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Sull'autore

Alessandro Cinquegrani