News Festival Venezia 73

I CALLED HIM MORGAN (Kasper Collin)

Prima la repentina ascesa nel mondo del jazz fino a diventarne una star, poi la caduta nel tunnel della droga, l’incontro casuale con l’amore che lo salva e lo riporta alla ribalta, poi l’amante segreta, infine l’assassinio per gelosia. Sembra la sceneggiatura del più noto melodramma sentimentale, invece è la vita vera di Lee Morgan, che il regista ripercorre con eleganza ricorrendo per lo più a interviste ad amici e colleghi e a un vecchio nastro con la voce della compagna Helen Morgan. C’è persino una cupa tempesta di neve, la notte dell’omicidio, a rendere il tutto più cinematografico. Ma la realtà non può essere artefatta né stucchevole come una finzione intrisa di retorica. Perciò I called him Morgan funziona: grazie ai volti delle persone coinvolte, le fotografie osservate con attenzione, il vorticare della neve, le immagini mai banalmente didascaliche, la storia di questi sfortunati eroi si eleva dalla contingenza del momento storico e raggiunge le vette archetipiche della narrazione. Non fiction, si affretta a scrivere il programma del Festival, ma questo pare proprio un film di genere raccontato con la commossa discrezione di un documentario: una novità narrativa prima che uno spaccato di vita vera.

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Sull'autore

Alessandro Cinquegrani