Venezia 80 Filmcronache

CITY OF WIND
Adolescenza tra tradizioni e modernità nella Mongolia contemporanea

La regista Lkhagvadulam Purev-Ochir, già premiata in Orizzonti per il miglior cortometraggio nel 2022, torna a Venezia con la sua opera prima. City of Wind racconta con affetto alcune atmosfere della nativa Mongolia. La regista compone una visione poetica della propria terra unendo le tradizioni ancestrali mongole al peso dalla contemporaneità. Di particolare intensità sono i paesaggi aspri e la visione del tessuto abitativo incastonato tra le montagne prive di vegetazione.
In un tipico quartiere-iurta il diciassettene Ze è un timido sciamano. A scuola studia duramente, a casa lavora e allo stesso tempo è in connessione con gli spiriti degli antenati per aiutare i membri della sua comunità. Pur essendo giovane anche gli anziani del quartiere si rivolgono a lui per ogni domanda sul futuro. Nella iurta il rito si compie, il tamburo suona, lo sciamano danza e lo spirito dell’antenato parla attraverso il suo corpo ricoperto degli antichi abiti rituali. Quando Ze incontra Maralaa, una giovane scettica, portata a forza nella iurta dalla famiglia, qualcosa cambia, gli spiriti lasciano posto alla carne e alla nascita di una relazione terrena. Ze scopre le proprie emozioni e il proprio corpo. Il tempo che trascorre con Maralaa gli permette di osservare da una certa distanza il proprio ruolo di sciamano per giungere ad una nuova consapevolezza.
La regista dichiara che “questo film rappresenta il mio tentativo di documentare la Mongolia contemporanea. Ho la sensazione che un passato cupo e sempre più ingombrante ci osservi mentre ci precipitiamo verso un futuro incerto”.

CITY OF WIND
Titolo originale: SÈR SÈR SALHI

 

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Sull'autore

Simone Agnetti

Simone E. Agnetti, Brescia 1979, è Laureato con una tesi sul Cinema di Famiglia all’Università Cattolica di Brescia, è animatore culturale e organizzatore di eventi, collabora con ANCCI e ACEC, promuove iniziative artistiche, storiche, culturali e cinematografiche.