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D’ARGENT ET DE SANG (Xavier Giannoli)
Storia di una truffa "ecologica"

Da alcuni anni la Mostra del Cinema di Venezia presenta anche serie TV: è una scelta in parte discutibile ma in fondo obbligata dall’evoluzione del cinema. D’argent et de sang di Xavier Giannoli tratta un tema molto delicato: la più grande truffa ai danni di diversi stati europei basata sulla compravendita delle emissioni di carbonio delle industrie. I truffatori, attraverso società fittizie, acquistavano dall’estero quote di emissioni facendosi versare l’IVA dallo stato, in questo caso francese, e poi sparivano senza più riversarla nelle casse statali.

Il regista specifica in una nota iniziale che, nonostante il plot si basi su fatti realmente accaduti, la storia è di finzione e si propone quindi come opera d’arte. Un’affermazione in controtendenza rispetto ai molti film che vogliono proporsi come una ricostruzione storica attendibile.

Protagonisti sono due truffatori che vengono da Belleville, un quartiere multietnico di Parigi: ignoranti ma spregiudicati, hanno fiuto per le truffe che sembrano essere il loro pane quotidiano, fino a intercettare un colpo che frutta centinaia di milioni di euro. Per farlo coinvolgono un ricco e giovane giocatore d’azzardo dell’alta società parigina, formando con lui un terzetto apparentemente invincibile. A mettersi sulle loro tracce il responsabile della finanza doganale, un uomo tenace, ossessionato dal lavoro, con una figlia tossicodipendente che sente solo per avere dei soldi.

I temi affascinanti sono molti: dall’urgenza ecologica che si trasforma in un business criminale, alla politica che cerca visibilità piuttosto che concretezza; dal confronto tra i due furbi spiantanti con la famiglia di ricchi che sembra possa tutto alla realtà migratoria e multietnica nella capitale francese; dal dramma familiare della tossicodipendenza fino alla rappresentazione della comunità ebraica dalla quale tutti e tre provengono nonostante le profonde diversità che li caratterizzano. Nei fatti, però, tutti questi temi restano sullo sfondo, perché tutto si regge sull’investigazione, sul film di guardie e ladri. E questo è un bene per l’intrattenimento, la serie scorre con facilità sullo schermo, ma forse non resterà a lungo nella memoria dello spettatore.

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Sull'autore

Alessandro Cinquegrani