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FIGLI (Giuseppe Bonito/Mattia Torre)
Il film postumo di Mattia Torre

Sara e Nicola sono sposati e innamorati. Hanno una bambina di 6 anni, Anna, e una vita felice. L’arrivo del secondo figlio, Pietro, sconvolge però gli equilibri di tutta la famiglia dando vita a situazioni tragicomiche. Nonni stravaganti, amici sull’orlo di una crisi di nervi e improbabili baby-sitter non saranno loro di aiuto. Tra attimi di felicità e situazioni di sconforto, Sara e Nicola riusciranno a resistere e a rimanere insieme?

Sorta di spin-off de I figli invecchiano – un articolo scritto da Mattia Torre per “Il foglio” e successivamente divenuto un breve quanto intenso monologoFigli è il secondo lungometraggio diretto da Giuseppe Bonito (il cui esordio del 2013 Pulce non c’è aveva ottenuto il Premio speciale della Giuria ad “Alice nella città”). Bonito tuttavia firma sostanzialmente solo la regia, limitandosi a finalizzare un’operazione che il commediografo romano aveva iniziato e portato avanti dalla scrittura alla pre-produzione e che avrebbe anche voluto e dovuto terminare se non fosse prematuramente scomparso a luglio del 2019. In Figli d’altronde non è difficile individuarne la mano nella scrittura che, come sempre nelle opere di Torre, riesce a ben coniugare la sferzante ironia con una mai banale riflessione sulle idiosincrasie della società cui apparteniamo. Qui infatti la storia d’amore tra Sara e Nicola, i due protagonisti che vivono nel quartiere romano di Testaccio ai quali danno volto e anima Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea, messa in crisi dall’arrivo del secondo figlio e declinata in otto capitoli, è infatti l’occasione per mettere in luce alcune delle contraddizioni più eclatanti di una società (quella attuale italiana) a crescita “zero”, sempre più “vecchia” e ormai drammaticamente distante da quelle degli altri paesi in cui la differenza d’età tra genitori e figli e assai minore. Una riflessione capace di innervarsi sagacemente nei risvolti drammaturgici, nei continui mutamenti di registro che fanno rispecchiare la commedia nel dramma, e che tocca il suo apice nel discorso esplicitato nel bel capitolo finale (“Le cose piccole”) dalla costosa pediatra cui la coppia si è rivolta per provare a uscire dalla profonda crisi in cui è precipitata. Nel suo suggerimento («Solo quando si accetta qualcosa, si può provare a cambiarla») si riflette infatti tutta l’amara malinconia e il disagio nei confronti di una società incapace di cambiare, proprio perché incapace di accettarsi. Una verità semplice quanto irrefutabile che rende in tal modo il film l’epitaffio e insieme il lascito intellettuale di uno dei talenti più fulgidi dello storytelling italiano dell’ultimo ventennio.

FIGLI
Un film di Mattia Torre
Regia Giuseppe Bonito
Con Paola Cortellesi (Sara), Valerio Mastandrea (Nicola), Stefano Fresi (l’amico di Nicola), Valerio Aprea (il padre separato), Carlo De Ruggieri (Luca)
Italia 2020
Durata 97’

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).