Le ‘questioni aperte’ della contemporaneità: a sipario calato sull’ottantesima Mostra di Venezia, è sembrato questo il fil rouge di una kermesse che, insieme al rilievo dato alle problematiche che attraversano e affliggono il mondo di oggi, nel verdetto finale ha comunque riconosciuto i valori prettamente cinematografici. Il Leone d’oro a Poor things di Yorgos Lanthimos premia infatti un racconto di emancipazione femminile, divertente e disturbante, sostenuto da una profonda sapienza registica, così come il magnetico Evil does not exist di Ryusuke Hamaguchi (incentrato sula tematica ambientale), il teso e coinvolgente Green border di Agnieszka Holland e il visionario Io capitano di Matteo Garrone (imperniati invece sulle migrazioni) sono usciti dal Lido con in tasca rispettivamente il Gran premio della giuria, il Premio speciale della giuria e il Leone d’argento per la miglior regia.
A Pablo Larraìn, al cui affresco grottesco El conde è stato attribuito dalla giuria veneziana il Premio alla miglior sceneggiatura, è dedicata la parte introduttiva di questo numero di Filmcronache: un doppio focus sul regista cileno che ripercorre le tappe più importanti della sua carriera, dal cinema allegorico-politico senza compromessi alle potenzialità narrative di un cinema biografico atipico. In dieci lungometraggi, realizzati a partire dal 2006, Larraìn ha scandagliato temi scomodi e proposto personaggi tortuosi ed enigmatici, che si tratti dei residui della catena sociale (dai protagonisti di Tony Manero e Post mortem a quelli di Ema ed El Club) o di celebrate icone della Storia (Neruda, Jackie, Spencer).
Ma oltre al concorso, anche le altre sezioni della rassegna veneziana hanno offerto spunti e sguardi intriganti, a cominciare da Orizzonti (una selezione “viva e generativa”, come riferisce Simone Agnetti, “capace di raccogliere opere prime, film provenienti dai margini del mondo cinematografico e produzioni indipendenti”) e dai Fuori concorso (in cui, come scrive Alessandro Cinquegrani, “i temi del salvataggio del genere umano e del senso delle responsabilità individuali hanno caratterizzato molti film”), mentre nelle Giornate degli autori, come registra Francesco Crispino, “la memoria e la ricerca, i fantasmi dei ricordi e l’incontro con l’Altro sono stati al centro della XX edizione”. Buona lettura.
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