Primo piano Roma Festival

Flow e Sauvages, due film sull’ecologia consigliati alle scuole
Da Alice nella città di Roma, due film dai 6 ai 12 anni

Flow e Sauvages

Chi salverà il mondo? Dall’effetto serra che si è trasformato in “climate change”, dal disboscamento dei polmoni verdì del globo, dai rifiuti che avvelenano lentamente e inesorabilmente l’ecosistema. Il cinema ci risponde guardando ai piccoli, perché nei grandi sembra ormai aver perso ogni speranza.
Sono infatti due perle dedicate alla scuola primaria “Flow” di Gints Zilbalodis (pluripremiata opera candidata agli Oscar, e sottotitolata in italiano proprio “Un mondo da salvare”) e “Sauvages” di Claude Barras (regista noto per il suo precedente “La mia vita da zucchina”), entrambi film a
vocazione fortemente ecologista, che sono stati presentati ad “Alice nella città”, sezione della Festa del cinema di Roma dedicata ad un pubblico di bambini e ragazzi.

Si tratta di opere d’animazione che dialogano, tra loro e con lo spettatore, sulla bellezza e sul mistero di una natura comprensibile solo gli animi puri, rimasti gli unici in grado di salvarla. “Flow” ci immerge, letteralmente, in una sorta di nuovo diluvio universale, ma invece che la barca di Noè, c’è una scialuppa con un gatto, un cane, una lontra, un lemure e un fenicottero, che vengono trascinati dalle correnti e incontrano città sommerse, altri animali naufraghi, terre non ancora completamente invase dall’acqua, che si susseguono davanti agli occhi proprio come il fluire del titolo.

I temi di Flow e Sauvages

I temi sono l’amicizia, la solidarietà, la comprensione dell’altro oltre alle apparenze, alla lingua, alla provenienza, la collaborazione, il rispetto per l’ambiente e per l’identità di ciascuno. “Flow” si presta inoltre alla possibilità di riflessioni e lavori con i bambini sull’audio-visivo: il film è senza parole ma con grandissima ricerca sonora sui rumori della natura e i versi degli animali, mentre l’animazione degli sfondi è ricreata con filtri simili a quelli che si usano nei cellulari.

“Savages” ci porta invece nel Borneo, ai margini della foresta tropicale, dove la piccola protagonista Kéria salva dal bracconaggio un cucciolo di orango, rimasto come lei, orfano di madre. La foresta è infatti minacciata da un progetto di urbanizzazione, che forzerebbe il trasferimento degli indigeni, a cui Kéria si unisce in una strenua azione di resistenza, scoprendo le sue origini. Il film focalizza l’attenzione sulla necessità di preservare aree verdi incontaminate in qualsiasi parte del mondo, sull’importanza di sentirsi comunità, sulla condivisione di obiettivi nell’interesse sociale e non solo personale.

Se visti in abbinamento, ai bambini si può proporre anche un confronto tra l’animazione digitale di “Flow” e l’animazione in passo uno di “Savages”, rilevando la differente resa visiva, estetica e poetica delle immagini, nella comune rappresentazione di un eco-immaginario teso a recuperare gli archetipi per poter guardare al futuro.

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Sull'autore

Elena Grassi

Laureata in Scienze delle comunicazione all’Università di Trieste, ha conseguito il master in Educazione audiovisiva e multimediale e il Dottorato di Ricerca in Scienze Pedagogiche all’Università di Padova. Giornalista e critico cinematografico, lavora da educatore audiovisivo per enti pubblici e privati ed è consulente per l’Acec del progetto Junior Cinema.