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GENESIS 2.0 (Christian Frei, Maxim Arbugaev)
Il mondo di domani

Nelle remote Isole della Nuova Siberia, nell’Oceano Artico, alcuni cacciatori vanno alla ricerca delle zanne dei mammut estinti migliaia di anni fa. Un giorno il gruppo scopre una carcassa di mammut straordinariamente conservata. Riportare a nuova vita il mammut lanoso è il primo grande passo di una enorme rivoluzione tecnologica, la genetica, che potrebbe sovvertire il mondo come oggi lo conosciamo.

Il ponte tra il Passato e il Futuro, il limite tra Scienza e Fantascienza, il confine tra etica e genetica: è intorno a tali polarità che si concentra il nuovo documentario di Christian Frei, filmmaker di origine svizzera con una pregevole – seppur in Italia poco conosciuta – filmografia alle spalle (The War photographer, 2001; Space Tourists, 2009). Un lavoro premiatissimo in tutto il mondo che sembrerebbe una diretta filiazione della produzione di Werner Herzog e che invece Frei ha realizzato a quattro mani con il russo Maxim Arbugaev, responsabile delle immagini filmate in Nuova Siberia, un territorio affascinante e inedito nel panorama cinematografico. La narrazione di Genesis 2.0 si sviluppa infatti attraverso due parallele linee di racconto, che il montaggio (firmato dallo stesso Frei) porta avanti in sagace alternanza. La prima è appunto quella che vede protagonista un manipolo di cercatori di zanne di mammut, nella quale sembra specchiarsi l’eterna lotta dell’uomo per la propria sopravvivenza, fatta di situazioni estreme e realizzata in luoghi ai confini della conoscenza. La seconda unisce invece il museo del mammut della Jacuzia con le nuove frontiere della biologia sintetica di Boston, le clonazioni di animali realizzate a Seoul e le ambiziose quanto ambigue aspirazioni di mappatura genetica totale della National GeneBank di Pechino. Due linee solo apparentemente distanti, che nelle mani di Frei sono però in grado di amalgamarsi in un discorso avvincente quanto terrorizzante. Una lucida riflessione sulle complicate sfide che ci attendono, nella quale tuttavia è arduo trovare (sicure) risposte e il cui più grande merito sta proprio nella capacità di generare domande. Perché Genesis 2.0 ci mette di fronte a uno dei più colossali mutamenti d’orizzonte che attendono l’umanità, che potrebbe coincidere con una sua radicale trasformazione di status, con uno dei passaggi irreversibili (e forse fatali) della sua evoluzione. Quello in cui l’ontologia creaturiale potrebbe improvvisamente decadere, ed essere sostituita da una (allucinante) strategia creatorale. Quello in cui la dimensione divina prenderebbe letteralmente il posto di quella umana. Un confine ancora ineffabile perché ancora non percepito dai più, ma sul quale il documentario di Frei & Arbugaev ci fa improvvisamente atterrare. Facendoci sentire come se fossimo nuovamente dentro Jurassic Park, stavolta però senza interventi digitali.

GENESIS 2.0
Regia: Christian Frei e Maxim Arbugaev
Svizzera, 2018
Durata: 113’

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).