Esordio al lungometraggio di finzione per la regista afgana Sahraa Karimi, già autrice del doc Afghan Women behind the Wheel (2009). Hava, Maryam, Ayesha è un film al femminile che cerca di bucare la censura afgana con un tono leggero ma dai chiari intenti per gli occhi degli occidentali. Le tre protagoniste del titolo non si conoscono ma condividono un destino comune: Hava è confinata in casa a badare ai suoceri sotto il giogo delle tradizioni e di un marito assente, Maryam è una moderna gionalista televisiva che non sa come divorziare dal marito infedele e Ayesha deve rassegnarsi a un matrimonio combinato con il cugino dopo che il suo ragazzo è scappato e deve risolvere la sua inattesa gravidanza. Tutte e tre sono incinte e intrappolate nella medesima prigione: la città di Kabul. Dice la regista: “essendo una regista donna originaria dell’Afghanistan, mi sono ripromessa di raccontare le storie delle mie connazionali che cercano di cambiare la propria vita all’interno di una società tradizionale.” Sahraa Karimi prende ispirazione da storie vere di donne che stanno tentando di non arrendersi alla società patriarcale che è stata loro imposta. Le decisioni che prendono sono una forma di resistenza a una vita pre-determinata. Il film ad episodi è un taglio che apre uno sguardo in un mondo poco noto e molto articolato.
Hava, Maryam, Ayesha
di Sahraa Karimi
Durata: 86’
Afghanistan
Interpreti: Arezoo Ariapoor, Fereshta Afshar, Hasiba Ebrahimi