Venezia 73 News Festival

HOME (Fien Troch)

Per raccontare l’assopita, inquieta e irriverente generazione giovanile contemporanea è utile un cambio di sguardo, anche nel formato del quadro cinematografico. Siamo passati dal grande al piccolo al piccolissimo schermo e questo non è poco influente nel modo con cui la mente elabora il suo sguardo sul mondo.

Nel percorso dell’audiovisivo il cinema in sala agonizza ma non muore, la televisione è mutante e destinata all’estinzione nella forma con cui l’abbiamo conosciuta fino ad oggi e i filmini di famiglia, con il loro modo nostalgico e leggero di raccontarci stanno avendo il sopravvento. Così la generazione dell’oggi si racconta, nel quotidiano, con leggerezza, attraverso gli schermi del cellulare, filmando e condividendo piccoli accadimenti personali che divengono materia del divertimento e del passatempo altrui; una volta condiviso in rete tutto diviene intrattenimento.

La regista belga Fien Troch sa raccontare questo mondo di sguardi, di vuoti e di leggerezze ricorrendo in modo abile all’incrocio tra l’uso tradizionale della cinepresa, inquadrature ferme e pulite, e i video in formato verticale da telefonino. Video che raccolgono un mondo giovanile che vorrebbe raccontarsi e lo fa con lo strumento e il linguaggio più semplice: le parole non si trovano, la scrittura è ridotta al minimo, il tasto della fotocamera sul cellulare è facile e rapido da cliccare.

Home parla di alcuni giovani belgi e degli adulti che vivono accanto a loro. Entrambi i gruppi hanno difficoltà a comunicare e a comprendersi a vicenda. In questa comunità formata da due generazioni in conflitto arriva il diciassettenne Kevin, uscito dal riformatorio, che va ad abitare con la zia e il cugino Sammy, e inizia il tirocinio da un idraulico. Kevin incontra John, che ha un rapporto molto difficile con la madre, una donna sola e con disturbi comportamentali. Tra i ragazzi nasce una forte amicizia, Kevin sente il bisogno di aiutare il nuovo amico e lo fa commettendo anche atti illeciti. L’eccesso, la forza giovanile, il disagio generazionale non scaturiscono più in una contestazione sociale manifesta, pubblica e a volte violenta, ma in una contestazione domestica, comunque violenta, ma privata.

Scrivi un commento...

Sull'autore

Simone Agnetti

Simone E. Agnetti, Brescia 1979, è Laureato con una tesi sul Cinema di Famiglia all’Università Cattolica di Brescia, è animatore culturale e organizzatore di eventi, collabora con ANCCI e ACEC, promuove iniziative artistiche, storiche, culturali e cinematografiche.