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IL QUADRO RUBATO (Pascal Bonitzer)
Il falso e il vero

Liberamente tratto da fatti realmente accaduti, mettendo al centro delle vicende il ritrovamento, a casa di un giovane operaio della Francia orientale, di un dipinto di Egon Schiele, I girasoli, che si credeva perduto nella Germania del 1939, Il quadro rubato, in realtà, come per la celebre tela di cui viene appurata l’autenticità, cerca di separare il falso dal vero, le apparenze dalla sostanza, esplorando il substrato esistenziale, oltre che professionale, di cinque personaggi: il protagonista, un esperto d’arte e banditore d’asta di Scottie’s (interpretato dall’eccellente Alex Lutz), l’ex moglie, ancora fidata collega, l’avvocato della modesta famiglia che si è ritrovata il prezioso dipinto in casa, lo stesso operaio alsaziano, che fa i turni di notte, e soprattutto la giovane stagista della famosa casa d’aste, bugiarda seriale. Una ricognizione nelle loro vite private che la sceneggiatura e la regia del veterano Pascal Bonitzer (già stretto collaboratore di Rivette e Techiné) compiono con passo spedito, dialoghi curati e buona resa filmica, ma senza calcare la mano, alludendo più che svelando, in un gioco d’incastri leggero eppure profondo. Mantenendosi sulla soglia del thriller, preferendo galleggiare su un’elegante, sotterranea tensione anziché sprofondare in misteriosi intrighi che coinvolgono gli eredi del possessore originale dell’opera, Il quadro rubato, sostenuto da una vivace ironia, fa del business culturale il bersaglio di qualche divertente frecciata, producendo, però, radiografie umane dalle quali, dietro i sorrisi obbligati e la collezione di lussuosi orologi, emergono affanni e inadeguatezze. Una lettura in controluce, dal retrogusto amaro, che non esclude affatto, in ogni caso, una seconda chance, la possibilità di un recupero, il bisogno di condivisione. Un racconto morale, dunque, che trova nella messa in crisi della rappresentazione e nella necessità di trasparenza il suo robusto punto di saldatura.

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Sull'autore

Paolo Perrone

Giornalista professionista, critico cinematografico, curatore di rassegne e consulente alla programmazione, è direttore responsabile della rivista Filmcronache e autore di numerosi saggi sul cinema. Per Le Mani ha scritto Quando il cinema dà i numeri. Dal mathematics movie all'ossessione numerologica.

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