Cannes 77 Cannes Festival Filmcronache

BIRD
L'OPERA-CERNIERA DI ANDREA ARNOLD

Bird film Andrea Arnold

A distanza di tre anni dal suo ultimo lavoro e a ben otto dall’ultimo lungometraggio di finzione, il nuovo film della britannica Andrea Arnold si propone come il terzo capitolo di un’ideale trilogia di formazione che compone insieme a Fish Tank e American Honey. Come nei due titoli precedenti infatti, anche in Bird la protagonista è un’adolescente di una famiglia disfunzionale colta nel suo doloroso percorso di emancipazione, che serve ancora una volta ad Arnold a incentrare il focus del proprio discorso sul difficile quanto violento rapporto tra adolescenti e adulti. Se però qui lo stile rimane il medesimo, come sempre caratterizzato da un forte utilizzo della macchina a mano e da una continua ricerca della prossimità verso la propria protagonista, la dodicenne Bailey — la freschezza e le fragilità della quale sono ben restituite dall’esordiente Nykiya Adams —, a segnare due importanti novità nella narrazione sono l’ambientazione e l’irruzione del realismo magico nella filmografia dell’autrice, da sempre ancorata a un realismo sociale scaturito dall’esperienza del Free Cinema britannico.

Nel primo caso perché la regione del Kent che fa da sfondo alla vicenda ne marca il ritorno al proprio territorio d’origine, contribuendo a dare allo sguardo che lo informa maggiore e più dolente profondità, seppur dando anche la sensazione di essere meno libero rispetto alle opere precedenti. Nel secondo invece nell’ottenere un triplice effetto: dando a Franz Rogowski un affascinante ruolo che ne impreziosisce ulteriormente la filmografia, al film un imprevedibile tocco che lo fa elevare dai rischi del deja-vu, e infine garantendo alla trilogia una prismaticità discorsiva che ne definisce meglio il percorso di trasformazione. Meriti di un film che non è tra i titoli migliori dell’autrice, ma che probabilmente in futuro potrebbe essere valutato come un’opera-cerniera del suo percorso espressivo.

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).