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IN ROTTA VERSO LA LUNA
Allunaggi su grande schermo per il secondo numero di Filmcronache del 2019

Un viaggio cinematografico sospeso tra (false) missioni astronautiche, (presunte) anticipazioni storiche e (vere) conquiste spaziali, quello intrapreso dall’uomo per esplorare, sul grande schermo, il cosmo. Un viaggio che, mescolando senza sosta immaginazione e plausibilità scientifica, nell’avvicinarsi del cinquantenario dell’allunaggio (20 luglio 1969) merita di essere ripercorso in questo numero di Filmcronache, partendo cronologicamente da Georges Méliès e da Le voyage dans la Lune per approdare a First Man – Il primo uomo di Damien Chazelle. Un vero e proprio “sogno profetico” in rampa di lancio che, come evidenziano nel loro saggio Claudio Gotti e Matteo Marino, con 2001: Odissea nello spazio, già un anno prima dello sbarco sulla Luna, aveva mutato rotta, oltrepassando il “satellite pallido” per puntare verso Giove, proseguendo poi verso Marte (Mission to Mars), Saturno e un altro sistema solare (Interstellar).
Tra suggestioni letterarie ed echi metafisici, l’avventura nello spazio ha mutato il nostro approccio alla realtà. Lo conferma proprio il cinema, sottolinea nel suo intervento Francesco Crispino, che facendo incontrare (e confliggere) doppi umani e post-umani, abitanti di universi paralleli, non solo tra le galassie ma anche sulla Terra, proprio in seguito a quel fatidico evento del luglio 1969 ha progressivamente eliso il confine tra animato e inanimato. Nel suo contributo saggistico, invece, Giuseppe Gariazzo, sulla scorta di film come Gravity, El abrazo de la serpiente, Tre volti e Fahrenheit 451, mette in fila i quattro elementi naturali (aria, acqua, terra, fuoco) e riflette sul cinema dell’“ignoto spazio profondo”, che esplorando la natura, oltre all’universo, è in viaggio per ritrovare l’uomo.
Ma in questo numero di Filmcronache trovano spazio anche le panoramiche sul Festival di Cannes. La Palma d’oro assegnata a Parasite del sudcoreano Bong Joon Ho contrassegna l’attenzione di molti film in gara alle criticità del mondo contemporaneo, in un concorso (tornato ad alto livello) caratterizzato anche dalla riflessione interna al “sistema cinema”, mentre sia il Certain regard che la Quinzaine des réalisateurs e la Semaine de la critique hanno offerto ricognizioni interessanti sugli “autori di domani”. La sezione “In memoria di me”, infine, dedicata a film intrisi di spiritualità e girati da celebri registi, ripescati da un immeritato oblio, torna al Decalogo di Krzysztof Kies ́lowski. Un’opera che, a trent’anni di distanza, continua a sorprendere per il suo profondo studio delle relazioni umane, indagate alla luce dei riferimenti biblici, e per il suo sguardo morale, allo stesso tempo distaccato e partecipe. Buona lettura.

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Sull'autore

Paolo Perrone

Giornalista professionista, critico cinematografico, curatore di rassegne e consulente alla programmazione, è direttore responsabile della rivista Filmcronache e autore di numerosi saggi sul cinema. Per Le Mani ha scritto Quando il cinema dà i numeri. Dal mathematics movie all'ossessione numerologica.