Primo piano Cannes Cannes 77 Filmcronache

LA PLUS PRÉCIEUSE DES MARCHANDISES
La Shoah in forma di fiaba

LA PLUS PRÉCIEUSE DES MARCHANDISES

Paolo Perrone di Filmcronache recensisce da Cannes il film in concorso LA PLUS PRÉCIEUSE DES MARCHANDISES di Michel Hazanavicius.

Una foresta sommersa dalla neve, in Polonia, durante la Seconda guerra mondiale; una modesta casa di legno, in cui vivono un rude boscaiolo e la sua consorte, intristiti dalla fame, dal freddo e dal dramma di un figlio perso anni prima; una ferrovia, i cui binari si fanno largo tra gli alberi, e una neonata in lacrime, lanciata da un treno in corsa, interpretata come un dono divino dalla moglie del taglialegna, raccolta sul manto nevoso e portata tra le braccia a casa.

E’ l’incipit de La plus précieuse des marchandises, prima incursione nel cinema d’animazione per Michel Hazanavicius, adattamento dell’omonimo romanzo di Jean-Claude Grumberg, qui anche coautore della sceneggiatura. Un lavoro sulla memoria, sul bisogno di non dimenticare gli orrori della storia, nato anche dalla passione del regista francese per il disegno, praticato fin dall’infanzia e mai abbandonato. Introdotto dalla voce fuori campo, in originale, di Jean-Louis Trintignant, registrata poche settimane prima della sua scomparsa, La plus précieuse des marchandises è una fiaba edificante ma non stucchevole, aggraziata da una grafica 3D non esasperata da elaborazioni iperrealiste, costituita, al contrario, da tratti semplici e leggeri.

Una riflessione in immagini meno lacerante, per lo spettatore, rispetto ad un’opera analoga per tema, la guerra, come Valzer con Bashir di Ari Folman, scossa, però, dall’irruzione della violenza nel ristretto gruppo di boscaioli locali e, soprattutto, dalla lugubre vicinanza dell’abitazione dei protagonisti al campo di concentramento di Auschwitz. Elogio del potere salvifico dell’amore, incarnato in una bambina (per l’appunto “la merce più preziosa” del titolo) dapprima osteggiata per pregiudizi antisemiti, poi accettata con affetto e divenuta simbolo di speranza, il film di Hazanavicius, rispettando stile e spirito del testo di partenza, allunga, dunque, l’elenco dei lungometraggi sulla Shoah. Chiudendo, prima del titoli di coda, con un finale emozionante che resta negli occhi e nel cuore.

Potete seguire ACEC anche su Facebook e Instagram

Scrivi un commento...

Sull'autore

Paolo Perrone

Giornalista professionista, critico cinematografico, curatore di rassegne e consulente alla programmazione, è direttore responsabile della rivista Filmcronache e autore di numerosi saggi sul cinema. Per Le Mani ha scritto Quando il cinema dà i numeri. Dal mathematics movie all'ossessione numerologica.