Formazione Vita associativa

LA PROFESSIONALITA’ NON SI IMPROVVISA
Si è concluso in Cattolica il corso Executive ACEC, laboratorio di idee e incubatore di relazioni

C’è un mito da sfatare: cioè che il grande numero di volontari che tengono in vita le Sale della Comunità corrisponda a una gestione improvvisata alimentata solo dalla passione. Non è così. La lunga vita di queste strutture, alcune con tradizioni storiche decisamente importanti, resiste nel tempo (solo) grazie alla professionalità. L’amore per l’arte e per il luogo è il nostro valore aggiunto.
Chi vive quotidianamente nei cinema e nei teatri di ACEC questo già lo sa. Per questo l’esigenza di formazione continua e di inserimento dei nuovi gestori che possano prendere le redini è emersa in questi anni come una priorità sia a livello associativo che dagli stessi esercenti. Per rispondere a questa richiesta è nato il corso executive “futuro e sostenibilità della sala cinematografica”. Un progetto che ha visto una risposta ampia da parte dei corsisti, che hanno ampiamente superato i 25 posti previsti tanto da creare una seconda classe di “uditori”.

L’obiettivo non era di consolidare le pratiche vincenti nate in seno alle nostre realtà, ma di aprirsi ad un mercato in continuo cambiamento. Per fare questo è nata una collaborazione con ALMED (l’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore) che mettendo disposizione la sua rete di docenti, esperti e formatori, ha creato un percorso multidisciplinare e stratificato.

Questo ha permesso la creazione di un programma didattico arricchito dagli interventi di 16 docenti di alto profilo, tra testimonianze, lectio e workshop. A Simone Gialdini, direttore generale di ANEC, è stato dato il compito di aprire i lavori che si sono articolati in 6 moduli nel corso di altrettanti mesi. Inquadrato il ruolo dell’esercizio nella filiera cinematografica di oggi si sono affrontati i modelli di sostenibilità, le strategie di fundraising e la gestione dell’impresa.

Due giornate di lezioni sono state svolte nella cornice delle Giornate di Ciné a Riccione. Una fondamentale integrazione per un corso executive dalla natura poco teorica e molto pratica, concreta, immediatamente spendibile nel modello di business adottato e nel rispetto delle diversità d’identità dei cinema e dei teatri. Tra gli interventi: Bruno Zambardino della DGCA ha affrontato l’aspetto legislativo che dà forma e ritmo allo sviluppo della settima arte in Italia. Alberto Pasquale (membro dell’Umbria Film Commission, docente in Bocconi, Sapienza, Università Cattolica del Sacro Cuore) ha discusso dei modelli di marketing e di sviluppo dei legami con i partner su tutti i livelli.

Spazio anche per i dati e l’interpretazione degli stessi, grazie a Michele Casula di Ergo Research e Filippo Celata, che ha presentato in chiusura del corso una ricerca commissionata da ACEC e appositamente indirizzata sulle Sale della Comunità. Alle competenze di gestione vanno affiancate quelle comunicative. Spazio quindi anche ai social e alla promozione on e off line con Jazmin Kuan Veng di Fusion Communication, agenzia media per l’entertainment.

Per farsi conoscere al pubblico serve però anche avere un’identità e una missione ben chiara. Per questo la costruzione dell’offerta culturale è stata avvicinata alle media relation e all’organizzazione degli eventi. Competenze trasversali che ogni esercente si forma con anni di esperienza e che vanno aggiornate per rispondere al cambiamento dei codici linguistici e delle aspettative del pubblico.

Un corso che non risponde alla domanda: qual è il ruolo della sala oggi? Questo, chi conosce bene il proprio schermo, già lo sa. Invece l’interrogativo da cui è partita la ricerca è stato l’opposto: come può un esercente accompagnare la sala verso la meta a cui ambisce?

Lo studio e la ricerca sono solo una spinta. Gli effetti del corso executive sono stati coerenti con la missione delle Sale della Comunità e con il senso stesso del progetto. Si è infatti creato un laboratorio di idee, dentro e fuori le lezioni, in cui oltre ad apprendere si sono messe in comune buone pratiche e intuizioni. Una rete di esercenti di ogni età e di ogni provenienza che già sta mostrando i suoi frutti concreti. Più pronti agli imprevisti del mercato, più creativi, ma soprattutto: meno soli.

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Sull'autore

Gabriele Lingiardi