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LA TROISIEME GUERRE (Giovanni Aloi)
Fragilità del soldato Leo e del rapporto tra terrorismo e sicurezza

Primo lungometraggio in concorso in Orizzonti per il regista italiano Giovanni Aloi, già presente a Venezia nel 2015 con il cortometraggio E.T.E.R.N.I.T.. La troisième guerre, prodotto e realizzato dal regista bolognese in Francia, pone l’attenzione sul potenziale conflitto tra polizia ed esercito per il controllo della pubblica sicurezza nella Parigi di oggi. Il racconto di finzione, su un tema così attuale, presenta qualche debolezza: il rapporto tra terrorismo e sicurezza, che negli anni Sessanta e Settanta ha avuto una stagione intensa e in tempi più recenti si è ripresentato con violenza, oggi necessita di una rielaborazione narrativa ancora da indagare.

Quella raccontata non è una storia vera ma verosimile che presenta gli stilemi del film di genere militaresco: la caserma, l’addestramento, le difficoltà tra commilitoni e con i superiori, il senso di appartenenza, il bullismo, la debolezza,…

A differenza dell’esercito di leva obbligatoria, quello di oggi è composto da cittadini francesi emarginati per censo o cultura, che cercano un riscatto sociale attraverso la carriera militare. Sullo sfondo la Francia che ha “dichiarato guerra” al terrorismo, che ha portato al pattugliamento delle strade da parte dell’esercito. Appena terminato l’addestramento di base, il soldato Leo ottiene il suo primo incarico: un’operazione di sorveglianza antiterroristica a Parigi, da svolgere senza intralciare il lavoro della polizia. L’addestramento militare, duro e impegnativo, cozza con la pacatezza dell’impegno che i soldati devono svolgere. Questo li porta a comprimere in loro stessi energie belliche che non trovano valvole di sfogo; fino a quando qualcosa li fa esplodere e li rende incontrollabili. Leo ha una famiglia disagiata – la vediamo per pochi istanti – dalla quale vuole fuggire per cercare una struttura che dia alla sua vita ordine e direzione. In questo meccanismo di desiderio e frustrazione, voglia di agire e impedimento a farlo, il protagonista cerca il suo equilibrio.

L’idea non regge la durata del lungometraggio, sarebbe stato necessario un salto registico coraggioso, in grado di dare maggiore profondità ai singoli personaggi. Aloi descrive dei profili umani problematici, ma solo in superficie. Manca su ognuno di loro un affondo e un intreccio che avrebbe reso il film più forte. La troisième guerre vorrebbe farci aprire gli occhi su di una guerra che, forse, stiamo già combattendo da tempo anche in casa nostra, vedremo se, come alle volte accade nella storia del cinema, questo sarà profetico.

 

LA TROISIEME GUERRE
Regia: Giovanni Aloi
Durata: 92’
Paesi: Francia
Interpreti: Anthony Bajon, Karim Leklou, Leïla Bekhti

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Sull'autore

Simone Agnetti

Simone E. Agnetti, Brescia 1979, è Laureato con una tesi sul Cinema di Famiglia all’Università Cattolica di Brescia, è animatore culturale e organizzatore di eventi, collabora con ANCCI e ACEC, promuove iniziative artistiche, storiche, culturali e cinematografiche.