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LE RAVISSEMENT (Iris Kaltenbäck)
Un disperato desiderio di maternità

Lydia è una giovane ostetrica che lavora in un ospedale parigino e sembra avere il pieno controllo della propria vita. Professionale, intraprendente e dinamica, si impegna con entusiasmo e generosità in reparto, ma la nascita della bambina della sua amica Salomé, assistita in sala parto dalla stessa Lydia, spezza dentro di lei un equilibrio interiore già fragile, minato dal fallimento di una relazione affettiva. L’incontro occasionale con Milos, un autista di autobus, parrebbe generare un’inaspettata stabilità, ma il rifiuto dell’uomo di proseguire il rapporto innesca una sequenza di fraintendimenti e bugie che Lydia alimenta in modo quasi inconsapevole…

Un film tradizionale nell’impianto ma compatto, coinvolgente, riuscito sia sotto il profilo del racconto che sul versante registico/attoriale. Opera prima di Iris Kaltenbäck (parigina, classe 1988), Le ravissement riprende e dilata in forma di lungometraggio un corto dell’autrice fondato su un simile spunto narrativo, l’appropriazione indebita, da parte di un’ostetrica, della neonata della sua migliore amica. Una sottrazione progressiva del piccolo alla vera madre, consentita dall’aiuto offertole da Lydia come baby sitter, caricata di menzogne non solo verso di lei, ma anche nei confronti dell’autista di autobus, originario dell’ex Jugoslavia, disilluso e solitario, al quale la donna fa credere che la bimba che tiene tra le braccia sia il frutto della loro unica notte d’amore.

Lacerante nel suo vuoto affettivo, palpitante nel suo desiderio disperato di maternità, il film della Kaltenbäck smuove emozioni intime e intense, in una tela di relazioni (fra l’ostetrica, la genitrice e il conducente) costruita con naturale, sensibile osservazione psicologica. Un bell’esordio, delicato e maturo, con Hafsia Herzi (già protagonista di Cous cous di Kechiche) molto efficace nel tratteggiare, nei suoi silenzi come nelle sue reiterate ‘fughe dalla realtà’, un personaggio dai due volti: una donna dalla tenuta comportamentale apparentemente limpida e lucida, devota alla sua professione ospedaliera, ma in realtà opaca nei pensieri e nelle azioni, inghiottita dalla solitudine e mossa dalla vulnerabilità affettiva.

Tutto Le ravissement, d’altronde, si sorregge sull’ambivalenza: il cortocircuito incandescente tra verità e finzione permette al racconto di operare continui scatti in avanti, immettendo lo spettatore proprio all’interno di dicotomie brucianti. E i sentimenti autentici e gli avvicinamenti relazionali che trapelano da molte sequenze nascono da continue manipolazioni e mistificazioni. Proprio questa ambiguità morale, su cui peraltro non si posa alcun giudizio preventivo, è il pilastro su cui è articolato il lungometraggio d’esordio della Kaltenbäck: una palude di sabbie mobili che, nella loro sinuosa ondulazione, consentono al film di non disperdere l’interesse sulle vicende. Mantenendolo, al contrario, teso e vibrante fino in fondo.

Regia: Iris Kaltenbäck

Interpreti: Hafsia Herzi, Alexis Manenti, Nina Meurisse, Younes Boucif

Nazionalità: Francia, 2023

Durata: 97’

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Sull'autore

Paolo Perrone

Giornalista professionista, critico cinematografico, curatore di rassegne e consulente alla programmazione, è direttore responsabile della rivista Filmcronache e autore di numerosi saggi sul cinema. Per Le Mani ha scritto Quando il cinema dà i numeri. Dal mathematics movie all'ossessione numerologica.

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