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LE AVVENTURE DEL PICCOLO NICOLAS (Amandine Fredon & Benjamin Massoubre)
Un personaggio tra i suoi autori

Appoggiati a un grande foglio bianco da qualche parte tra Montmartre e Saint-Germain-des-Prés, Jean-Jacques Sempé e René Goscinny danno vita a Nicolas, un bambino birichino e affettuoso. Tra cameratismo dei campi estivi, discussioni, litigi, giochi, sciocchezze e punizioni, Nicolas vive un’infanzia piena di gioie e insegnamenti. Fin quando il ragazzo si intrufola nel laboratorio dei suoi creatori e li interroga sul loro incontro e sull’amicizia che ne è nata, sui loro viaggi, i segreti e la loro infanzia.

Nonostante in Italia sia meno conosciuto degli altri personaggi scaturiti dalla arguta penna di René Goscinny (come “Asterix il gallico” e “Lucky Luke”), “le petit Nicolas” è ormai considerato tra quelli che hanno maggiormente segnato la letteratura per l’infanzia del ‘900. Tanto che le sue avventure, graficamente immortalate da Sempé, sono ormai considerate un classico di tale categoria. Amate in egual misura dai bambini e dai genitori di quella generazione che, a cavallo tra gli anni ’50 e gli anni ’60, stava sperimentando le trasformazioni della Modernità, ma anche dalle generazioni successive, che gli hanno riconosciuto indiscutibili qualità, come quella di saper coniugare importanti innovazioni drammaturgiche (il mondo descritto per la prima volta dagli occhi di un bambino innanzitutto) con un umorismo trasversale, capace di intercettare la sensibilità degli adulti esattamente come quella dei bambini. 

Appare tuttavia riduttivo pensare al lungometraggio realizzato da Amandine Fredon e Benjamin Massoubre (con il fondamentale apporto alla sceneggiatura di Anne Goscinny, figlia di René) solo come a un doveroso omaggio al piccolo personaggio protagonista e alla affiatata coppia dei suoi creatori, in quanto il film rappresenta di fatto il punto terminale di un percorso crossmediale che si snoda attraverso sessant’anni. Iniziato con le strisce a fumetti pubblicate tra il 1955 e il 1956 sul settimanale belga “Le Moustique”, che successivamente si trasforma nella forma del racconto illustrato sulle colonne del quotidiano francese “Sud-Ouest Dimanche” dal 1959 al 1965, poi raccolte in volumi grazie all’enorme successo, per arrivare fino al dittico in live-action realizzato tra il 2009 e il 2014 da Laurent Tirard (Il piccolo Nicolas e i suoi genitori e Le vacanze del piccolo Nicolas). Se infatti ciò che racconta Le avventure del piccolo Nicolas (così come il suo esito) può apparire condizionato dall’evidente intento celebrativo da cui scaturisce l’opera di Fredon & Massoubre, è invece la forma nella quale essa si declina a rivelarne la preziosa identità. Non solo perché trova una corretta traduzione audiovisiva del sistema espressivo del racconto illustrato (dalla composizione all’organizzazione delle tavole, dal mantenimento della linea grafica originale attraverso l’animazione tradizionale al valore dello “spazio bianco”), quanto perché il film riesce a cogliere e a mettere in forma i due principali aspetti della Modernità cinematografica. Adottando un continuo quanto esilarante gioco di specchi attraverso il quale è organizzata la narrazione, nella quale l’illustrazione in chiave audiovisiva delle vicende di Nicolas si annoda e si rispecchia nel racconto del processo creativo che ne sono all’origine, e sostenendolo con una vertigine autoriflessiva con ascendenze pirandelliane (il personaggio che dialoga con i suoi stessi autori).

Prodotto celebrativo, biografia incrociata, congegno metalinguistico, oggetto di self-reflexivity, Le avventure del piccolo Nicolas è però anche (e forse soprattutto) un sentito omaggio alla Parigi della Novelle Vague, la cui coeva esperienza è presente senza essere invadente, benché la sua insorgenza non sfugga alle affiches utilizzate per riempire gli sfondi. E che, tra citazioni dirette e indirette, suggerisce anche un legame, se non addirittura una filiazione, tra il “piccolo Nicolas” e l’Antoine Doinel de I quattrocento colpi.

Titolo originale: Le Petit Nicolas – Qu’est-ce qu’on attend pour etre heureux?

Regia Amandine Fredon e Benjamin Massoubre

Francia/Lussemburgo, 2022

Durata: 86’

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).