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LE PETIT PIAF (Gérard Jugnot)
Un piccolo talento da sogno

In un villaggio sull’isola della Réunion, Nelson ha 10 anni e un talento canoro straordinario. Vuole partecipare al talent show Star Kids ma le difficoltà famigliari (la mamma single che lavora da donna delle pulizie nel miglior hotel dell’isola) non lo favoriscono. L’incontro però con Pierre Leroy, cantante famoso parigino in tournée sull’isola, gli offre una nuova prospettiva: lottare affinché il suo sogno diventi realtà. Tra i due si instaura così un’amicizia complice – ben sostenuta dai fratellini orfani Mia e Zizou – orientata a convincere la mamma di Nelson che lui merita di dedicarsi al canto. 

Piccola fiaba contemporanea dal sapore esotico dovuto all’incantevole scenario delle Réunion, Le petit Piaf ha catturato l’entusiasmo del regista/attore Jugnot quando il progetto gli è stato offerto alla regia dalla produzione. L’elemento di forza, su cui indubbiamente Jugnot ha focalizzato il suo dodicesimo lungometraggio da regista, è il talento dell’enfant prodige Soan Arhimann che attraverso il ruolo di Nelson riesce a far esplodere il suo già evidente carisma. Il piccolo, del resto, ha realmente partecipato – vincendolo – a The Voice Kids, e la su capacità di esibirsi di fronte a un pubblico – in questo caso su un set davanti a una troupe – è certamente aiutata dall’esperienza del talent show.  Jugnot gli costruisce attorno una fiaba a lieto fine, dove il percorso dell’eroe diviene il meccanismo drammaturgico e narrativo sostanziale, il tutto naturalmente a misura di bambino. Con lui agiscono una serie di personaggi “aiutanti” molto ben caratterizzati: dai fratellini orfani Mia e Zizou che si comportano già da piccoli manager curiosi e caparbi al magnifico tassista-filosofo rasta biondo trapiantato sull’isola di cui ha imparato il piacere della vita.  Da parte sua, Pierre Leroy, che da iniziale antagonista diviene complice di mission dei ragazzi, non risparmia il proprio charme a servizio dell’amico e sodale Jugnot, che pure tiene per sé il ruolo del benevolo gestore dell’hotel dove tutto più o meno accade. Poche le ambizioni di originalità di questa commedia di formazione benevola e a tinte calde, ma del resto forse non è questo il cinema da cui aspettarsele. Una certa fetta di pubblico di certo apprezzerà.

Regia: Gérard Jugnot

Cast: Marc Lavoine, Soan Arhimann, Stéfi Celma, Gérard Jugnot

Francia 2021

Durata: 95′

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.