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MILA (MELE) – Christos Nikou
Una allegoria drammatica sui legami tra memoria e tecnologia

Può il cinema ignorare del tutto il mondo e il tempo che lo circonda per narrare di altro? La risposta è sì, così è per molto del cinema prodotto per la grande distribuzione. Allora ci si può chiedere se questo narrare di altro sia opportuno anche per il cinema d’autore, locale e nato per i festival. Quello che colpisce in Mila (Mele), del regista esordiente greco Christos Nikou, è il fatto che l’autore non si pone il problema di raccontare il suo tempo, la Grecia sopravvissuta alla crisi economica e il tempo del covid.

Mila (Mele), film di apertura del concorso Orizzonti, parla di altro, è in linea con il cinema metaforico di Yorgos Lanthimos, una indagine sui meccanismi umani in cui i personaggi agiscono in ambienti estranianti con regole forzate decise da altri.

Nikou crea un mondo passato, privo di internet e della telefonia cellulare, in cui accade una epidemia di amnesia; potrebbero essere i primi anni Settanta (un indizio temporale è dato da un cinema che ha in cartellone “The Chainsaw Massacre” film horror che richiama Non aprite quella porta del 1974). Il 1974 è l’anno della fine della “dittatura dei colonnelli” in Grecia e del ritorno alla democrazia. Di tutto questo non importa al regista, intento a ragionare sulla memoria e sulla necessità-desiderio di perderla per sopravvivere al dolore.

Aris, un uomo di mezza età, si finge colpito da amnesia ed è ricoverato e coinvolto in un ricco e articolato programma di recupero pensato dal sistema sanitario per aiutare i pazienti che non sono stati reclamati da nessuno a costruirsi una nuova identità. Aris svolge i compiti che gli vengono prescritti quotidianamente, tramite delle audiocassette, in modo da potersi creare dei nuovi ricordi e documentarli con una macchina fotografica polaroid. Incontra Anna, a sua volta inserita nello stesso programma di cura, con la quale inizia un rapporto. Il passato dell’uomo riaffiora contro la sua volontà e lo porta ad una nuova coscienza e a nuove decisioni.

Nikou definisce il suo filmuna commedia drammatica allegorica” volta ad indagare il funzionamento della nostra memoria, come le emozioni incidono sul ricordo e, soprattutto, come essa risenta della tecnologia, che oggi rende molto semplice registrare le informazioni. La scelta di girare in 4:3, formato dei vecchi televisori, è volta a inquadrare questo mondo in un passato altro, che abbia il sapore dell’analogico.

MILA (MELE)
Regia: Christos Nikou
Durata: 90’
Paesi: Grecia, Polonia, Slovenia
Interpreti: Aris Servetalis, Sofia Georgovasili

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Sull'autore

Simone Agnetti

Simone E. Agnetti, Brescia 1979, è Laureato con una tesi sul Cinema di Famiglia all’Università Cattolica di Brescia, è animatore culturale e organizzatore di eventi, collabora con ANCCI e ACEC, promuove iniziative artistiche, storiche, culturali e cinematografiche.