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SEPTEMBER 5 (Tim Fehlbaum)
Il massacro in diretta

Era il 5 settembre 1972 quando durante i giochi olimpici di Monaco, un gruppo di atleti israeliani fu preso in ostaggio nel villaggio olimpico e poi ucciso da alcuni terroristi palestinesi. I fatti furono ripresi in diretta dall’emittente statunitense ABC stanziata sul luogo per seguire le olimpiadi tedesche. Quello che passò alla Storia come il massacro di Monaco di Baviera fu soggetto diretto o indiretto di diversi film, tra cui il noto Munich di Spielberg, ma quello del regista svizzero Tim Fehlbaum, emblematicamente titolato September 5, è l’unico finora ad aver assunto come punto di vista lo studio televisivo di ABC come strategia narrativa. Una scelta radicale e imponente che incornicia il dramma in un thriller teso e asciutto ambientato in un luogo unico, ovvero il punto di osservazione in tempo reale della tragedia in fieri. Lo straordinario lavoro di regia di Fehlbaum al suo terzo lungometraggio, esalta la riflessione cinematografica sull’uso dello spazio e del tempo, ed è coadiuvato dagli altrettanto sapienti direzione di fotografia di Markus Förderer e montaggio di Hansjörg Weißbrich che, con grande maestria, fanno dialogare le riprese con i numerosi materiali d’archivio utilizzati in maniera da rendere indistinguibile i punti di raccordo, specie nelle scene in cui gli attori si rivolgono al cronista dell’epoca, il vero Jim McKay.  Un testo dunque esemplare nel cinema di ricostruzione e stratificazione della realtà, in cui questa viene a sostanziarsi nella finzione fornendole un presente storico che si fa rivelazione, tanto nel linguaggio quanto nella percezione spettatoriale coincidente con l’esperienza di conoscenza in progress dei protagonisti.

regia: Tim Fehlbaum

cast: Peter Sarsgaard, John Magaro, Ben Chaplin, Leonie Benesch

Durata: 91′

USA/Germania 2024

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.