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THE ORDER, la videorecensione da Venezia 81
L'America del White power

The Order

La videorecensione di The Order, a cura di Paolo Perrone da Venezia 81.

Un ritratto a tinte fosche dell’America di ieri, ma anche di oggi, attraverso pagine di cronaca nera di quarant’anni fa. Ispirato all’inchiesta di due giornalisti investigativi sui movimenti razzisti e neonazisti statunitensi, confluita nel libro The silent brotherhood, il nuovo lungometraggio dell’australiano Justin Kurzel rievoca fatti accaduti nel Nord Ovest tra l’83 e l’84: una serie di rapine in banca e assalti a mezzi blindati portavalori effettuati da un gruppo di insurrezionalisti guidati da un leader carismatico, intenzionato, con la lotta armata, a colpire al cuore la democrazia a stelle e strisce. Gli spettri del Ku Klux Klan riesumati nei capitoli dei Turner Diaries, il romanzo distopico di ultradestra scritto nel ’78 da Willam Luther Pierce e preso a modello da Bob Mathews, il fanatico suprematista bianco a capo dell’organizzazione eversiva, sulle cui tracce si muove un solitario agente dell’Fbi relegato in una piccola cittadina dell’Idaho.

Da tanto materiale scaturisce, sullo schermo, un film solido e incalzante, delimitato dalla cornice di un genere, il crime movie, e da un impianto narrativo classico ma del tutto contemporaneo per la materia di cui è composto, collegata a doppio filo all’assalto al Campidoglio, a Washington, del gennaio 2021. Collocato in un contesto paesaggistico di forti suggestioni, sostenuto da una regia capace di concentrarsi con analoga efficacia sia sulla scala ampia dei vasti orizzonti naturalistici sia sui campi e i piani ravvicinati, The order brilla anche per le ottime prove attoriali di Jude Law, nei panni del detective, di Tye Sheridan, il poliziotto che collabora con lui all’indagine, di Nicholas Hoult, il capo della banda. Nei mesi che precedono l’elezione del nuovo presidente americano, una ricognizione profonda sull’esaltazione del White power. E un sonoro campanello d’allarme per ciò che poteva essere, allora, e per quello che potrebbe ancora accadere.

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Sull'autore

Paolo Perrone

Giornalista professionista, critico cinematografico, curatore di rassegne e consulente alla programmazione, è direttore responsabile della rivista Filmcronache e autore di numerosi saggi sul cinema. Per Le Mani ha scritto Quando il cinema dà i numeri. Dal mathematics movie all'ossessione numerologica.

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