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Venezia, il Leone è donna
Focus sulla 77ma Mostra del Cinema per il nuovo numero di Filmcronache

Una Mostra di Venezia, quella che si è chiusa il 12 settembre, “simbolo di coraggio nella ripartenza”, come aveva auspicato in apertura di manifestazione il direttore Alberto Barbera.
È da qui che dobbiamo ragionare per mettere in archivio l’edizione numero 77 della rassegna lagunare (riassunta, come sempre, dal numero monografico di Filmcronache che state per leggere), dal messaggio di fiducia riverberato, a sipario calato, a tutta la filiera cinematografica mondiale dopo aver vinto la scommessa dell’evento ‘in presenza’, con l’osservanza scrupolosa da parte di tutti delle rigorose misure di sicurezza sanitaria adottate al Lido. Poi, certo, i film, in ogni sezione della Mostra, hanno avuto il loro peso. Più o meno come da tradizione.
Non è certo un Leone d’oro immeritato, quello assegnato a Nomadland. Anzi. Il film di Chloé Zhao, con un’efficacissima Frances McDormand, è un’intensa, coinvolgente ricognizione esistenziale e sociale sul nomadismo contemporaneo negli States. Non va dimenticato che, dieci anni dopo Sofia Coppola con Somewhere, a vincere è tornata ad essere una donna.
E proprio le donne, in concorso, hanno contribuito ad accendere i riflettori di Venezia 2020, non solo per le tante interpretazioni di valore offerte in parecchi film, ma anche per le indubbie qualità espresse dietro la macchina da presa. Uno sguardo ‘al femminile’ ben percepibile anche nei titoli fuori concorso, come osservato da Alessandro Cinquegrani, con tante opere in cui le donne sono state messe a confronto con gli uomini, le loro fragilità, i loro stereotipi.
Le riflessioni sulle relazioni umane, educative e famigliari hanno caratterizzato la sezione Orizzonti, come riferisce Simone Agnetti (anche se discutibili sono apparse le scelte operate dalla giuria), mentre i lungometraggi della Settimana internazionale della critica, esaminati da Giuseppe Gariazzo, hanno ruotato attorno a senso di smarrimento e ricerca di sé. Le Giornate degli autori, infine (in cui, come chiarisce Francesco Crispino, genitorialità e memoria sono stati gli assi portanti), si sono confermate l’insostituibile luogo filmico per il dialogo sul mutamento del cinema del Terzo Millennio.
Una Mostra, dunque, tutta da ripercorrere.
Buona lettura.

 

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Sull'autore

Paolo Perrone

Giornalista professionista, critico cinematografico, curatore di rassegne e consulente alla programmazione, è direttore responsabile della rivista Filmcronache e autore di numerosi saggi sul cinema. Per Le Mani ha scritto Quando il cinema dà i numeri. Dal mathematics movie all'ossessione numerologica.