Filmcronache

ALLA RICERCA DI DORY (Andrew Stanton)

La pesciolina Dory soffre di perdita di memoria a breve termine. Nonostante le raccomandazioni dei genitori a non allontanarsi, la piccola si perde ritrovandosi improvvisamente sola e impaurita. A nulla servono le richieste di orientamento agli altri abitanti del Pacifico: Dory non è in grado di ricordare nulla di quanto le è appena accaduto. Passa il tempo e la pesciolina è cresciuta in compagnia degli amici Marlin e suo figlio Nemo, che decidono di aiutarla nell’impresa di attraversare l’oceano alla ricerca di mamma e papà esattamente come lei aveva fatto con Marlin quando aveva smarrito Nemo. Approdati sulla costa di Sacramento, i tre protagonisti sono catapultati nel labirintico Parco Oceanografico della California dove, a quanto pare, Dory e la sua famiglia si possono ricongiungere. Ma prima che questo accada la piccola pesce blu dovrà affrontare diversi imprevisti, avventurandosi laddove non si immaginava capace.

Spin off e calco di titolo del celebre film che vedeva protagonista il pesce pagliaccio Nemo, Alla ricerca di Dory nasce per espressa volontà del regista Andrew Stanton che, a distanza di 13 anni dall’uscita di Alla ricerca di Nemo, ha sentito il desiderio di indagare in profondità il personaggio della buffa e smemorata Dory. Se la vicenda della pesciolina blu si sviluppa cronologicamente dopo quella del suo amichetto, l’ossatura narrativa dei due film diretti da Stanton viaggia pressoché in parallelo, andando a costituire una sorta di road movie acquatico di formazione con l’obiettivo del ricongiungimento famigliare. Oltre ogni spiegazione fornita dalla Pixar sui motivi di un tale ricalco, diventa difficile non accusare i geniali Studios d’animazione di carenza d’originalità, almeno a questo giro. Staccandosi dal pur recente ma straordinario Inside Out, Alla ricerca di Dory appare sbiadito, alquanto monotono e facilmente risolutivo con un chiaro indirizzo al pubblico dei più piccoli. Anche la regia del doppio premio Oscar (per Nemo e per l’eccezionale Wall-E) non riserva alcun slancio di novità creativa, riservata semmai al messaggio “formativo” sottostante: mentre per Nemo esso risiedeva nella presa di coraggio e determinazione verso un obiettivo, in Dory si concentra sulla diversità, condizione che può diventare un valore aggiunto laddove è vissuta con positività.

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.