News Festival Venezia 73

HACKSAW RIDGE (Mel Gibson)

Hacksaw Ridge di Mel Gigbson è esattamente il film che ti aspetti, né più né meno, nel bene e nel male. Nel male: è un film retorico, pieno di buoni sentimenti troppo facili, di scene strappalacrime, di immagini prevedibilmente truculente. Nel bene: è un classico film americano che scorre senza intoppi grazie a uno script professionale, con gli ingredienti giusti al posto giusto, che si lascia guardare senza chiedere altro che passare un paio d’ore della tua vita.

Alla base c’è una storia vera a cui si ispira: quella del primo obiettore di coscienza della storia, che nonostante la sua totale avversione per le armi e la violenza, va al fronte volontario come soccorritore. Dapprima deve superare l’avversione di superiori e compagni, agli occhi dei quali pare soltanto un vigliacco, ma poi, durante la celebre battaglia della seconda guerra mondiale che dà il titolo al film, salverà da solo, in una notte, senza armi, ben settantacinque soldati feriti. Una storia perfetta per adeguarsi a pellicole eroiche a lieto fine, e così il meccanismo funziona, grazie ad un rodaggio di decenni di cinema. Certo la rappresentazione dell’addestramento militare impallidisce al ricordo di Full Metal Jacket che vorrebbe addirittura richiamare in qualche passaggio, ma il film ha dalla sua un ottimo Andrew Garfield, chiamato a interpretare una figura ambigua, tenace ma ingenua, piena di inattuale purezza che fa scelte radicali e intransigenti, non per ragioni ideologiche ma sempre sulla scorta dell’emotività. Certo, c’è qualche psicologismo di troppo, ma anche questo, in fondo, te l’aspettavi.

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Sull'autore

Alessandro Cinquegrani