Nell’arco di 6 mesi nel 2018 Werner Herzog incontrò Michail Gorbaciov in tre sessioni di interviste: il risultato è questo “ritratto dialogato” del presidente che diede vita alla Perestroika cambiando per sempre le sorti dell’URSS e dell’Europa, permettendole di ritrovare una sua unità grazie alla caduta del Muro di Berlino.
“Io sono un tedesco e probabilmente il primo tedesco che ha incontrato nella sua vita voleva ucciderla”. Così Werner Herzog esordisce la sua chiacchierata con Michail Gorbaciov, stimolando immediatamente la reazione del grande statista russo, pronto a negare questa possibilità: “Niet. Ora le racconto una storia della mia infanzia” aprendo a una miniera di ricordi e riflessioni che valgono un libro di Storia. Perché di Storia alla fine si racconta nella chiacchierata, la cui costruzione a forma di intervista intervallata con filmati d’archivio confluisce in un “documento storico” più che un documentario. Herzog imposta il discorso sullo scambio quasi alla pari rispetto al tema della memoria, seppur tratti l’87enne ex Presidente con la deferenza e il rispetto che merita. Per il cineasta, infatti, si è trattato anche di ringraziare colui che ha reso possibile la riunificazione della sua Germania, fino al 1989 divisa da un Muro che – finché Gorbaciov non diede segnali di voler rivoluzionare la politica corrente – sembrava inespugnabile. Attraversando dunque gli anni “caldi” della governance Gorbaciov, la cui figura viene ben collocata nel contesto politico del tempo ma anche biograficamente spiegata nella sua eccezionalità, Herzog permette al suo interlocutore di passare in rassegna i punti nevralgici di quel periodo complesso eppur seminale per la costruzione del mondo contemporaneo. I meriti di Gorbaciov – che non staremo noi a ripetere – vanno a costituire il senso ultimo di questo film, dal minimo valore cinematografico ma dal massimo valore storico.
HERZOG INCONTRA GORBACIOV
Regia: Werner Herzog e André Singer
Germania/UK/USA 2019
Durata: 90′