Schede Teatro

LA RADIO E IL FILO SPINATO
La storia di padre Kolbe raccontata con gli oggetti

Kolbe abbiati

La radio e il filo spinato racconta la storia di padre Kolbe, ma l’intento di Roberto Abbiati e Luca Salata non è meramente narrativo. Si parte da due elementi salienti della vita di Massimiliano Kolbe, ovvero radio e filo spinato, da cui lo spettacolo prende titolo. La radio è emblematica del personaggio: padre Kolbe è il Santo protettore dei radioamatori, essendo stato dal 1938 il radioamatore “SP 3 RN”; mentre il filo spinato si riferisce agli anni della prigionia ad Auschwitz.

Il linguaggio è evocativo, e la scenografia ricca di oggetti e macchinerie, incuriosisce subito lo spettatore, dandogli la sensazione di essere in un piccolo laboratorio. La dimensione del sacro emerge in questa storia con grande potenza, seguendo la struttura narrativa che passa dai toni semplici e allegri della prima parte, in cui protagonista è l’immagine simpatica di padre Kolbe in bicicletta, a una seconda parte in cui le testimonianze sulla magnanimità del Santo – e soprattutto sull’altruismo dei suoi gesti nel campo di sterminio – si fanno commoventi.

Per gli artisti in scena il sacrificio del sacerdote protagonista è fonte di ispirazione, e vogliono trasmettere al pubblico proprio questa idea di Sacro, come sacrificio consapevole. Le ultime parole di Kolbe, portate in scena e testimoniate dall’ufficiale medico di Auschwitz che gli somministrò la dose letale, ne dimostrano la grandezza: «Lei non ha capito nulla della vita, l’odio non serve a niente… Solo l’amore crea».

Spettacolo tra i vincitori de I Teatri del Sacro 2013

 

LA RADIO E IL FILO SPINATO

I personaggi di questo spettacolo sono, una radio, con le sue frequenze, la modulazione e lo spettro elettromagnetico. Una vera radio in scena, da capire e da vedere per capire. Per capire dove può arrivare il pensiero unano, sia buono che perfido.

L’ufficiale medico che ammazzò padre Kolbe, e che ha dovuto suo malgrado riportare la frase che ho citato, come testimone della sconfitta.

Il Padre Kolbe che affascinato dalle cose che vanno oltre, s’appassiona alla radio, e alla speranza. Tutte cose che ha lanciato oltre il filo spinato.

I cani e i Rolling Stones, i cani in questo spettacolo sono cani di cartone e gesso, sono marionette e sono il male, il male con i denti bianchi e cattivi, marionette con la bocca aperta, i Rolling Stones con Always Suffering la colonna sonora, forse perchè il rock si addice a uno spirito forte e ardito come Padre Kolbe.

Uno spettacolo con due attori, uso di oggetti e macchinerie, grandi e piccole marionette a cui dar voce e corpo su un palcoscenico, marionette che interagiscono con gli attori, e due luci, due nel senso di due lampioni a che fanno la luce necessaria a raccontare le miserie e la grandezza della vita umana.

Uno spettacolo come una specie di voto per me per cercare di “capire qualcosa della vita”.

(dal sito di Roberto Abbiati www.robertoabbiati.it)

LA RADIO E IL FILO SPINATO
di e con Roberto Abbiati e Luca Salata
assistente alla regia Lucia Baldini

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Sull'autore

Francesca Pasino