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BITTER MONEY – KU QIAN (Bing Wang)

La Cina contemporanea vista con occhio lucido e potente, è puro realismo quello di Wang Bing; il documentario Ku Qian (Bitter Money) è realizzato con una telecamera che segue e documenta le vite dei giovani lavoratori cinesi di oggi, la loro vita unicamente funzionale al meccanismo dell’economia, i turni estenuanti, i pochi soldi e le molte illusioni. Noi, dietro il vetro dell’obiettivo, li guardiamo come si guardano i pesci che tirano a campare in un grande e triste acquario.
Wang Bing è uno dei massimi registi cinesi contemporanei, il suo stile è inconfondibile: documentare il reale senza limitazioni imposte dal sistema cinematografico, economico o distributivo. Il suo linguaggio si scrive con lo sguardo dell’obiettivo che taglia lo spazio del vero e lo registra, non importa se chi è ripreso guardi in camera, o che alle volte nella ressa degli ambienti la stessa cinepresa sia urtata e tremi o il fuoco si perda o la luce cambi, quello che è fondamentale è documentare la vita umana. Grazie a questa libertà può raccontare e denunciare le condizioni di vita di migliaia di cinesi dell’epoca contemporanea con film della durata anche di molte ore. Presente la prima volta a Venezia nel 2010 dove il suo Le fossé (The Ditch) entra in concorso come film sorpresa scioccando il pubblico in sala, in particolare quello cinese, riportando a galla verità atroci e dimenticate: il film racconta la storia di migliaia di cittadini cinesi che alla fine degli anni Cinquanta, accusati di opposizione al regime, furono deportati nel campo desertico di Jiabiangou, nella Cina Occidentale, per essere rieducati con la fame e il lavoro. Torna al Lido nel 2012 vincendo il Premio Orizzonti con San zi mei (Three Sisters), pellicola su tre sorelline che vivono sole in un piccolo villaggio di montagna nello Yunnan.
Quest’anno è ancora presente in Orizzonti con Ku Qian (Bitter Money), due ore e mezza per portare lo spettatore dentro la vita di una città in rapida crescita della Cina orientale in cui migliaia di immigrati dalle campagne trovano solo piccole opportunità lavorative e scarse condizioni di vita. Xiao Min, Ling Ling e Lao Yeh sono alcuni personaggi di questa cronaca amara vista da vicino, tre giovani che hanno lasciato lo Yunnan per andare a lavorare in città. La vita è una landa desolata dovunque si guardi, gli spazi sono angusti, i luoghi affollati e i rapporti opprimenti. Nessuna voce narrante, nessuna colonna sonora, audio e video sono pieni dei suoni, dei rumori e dei discorsi delle vite quotidiane dei protagonisti.

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Sull'autore

Simone Agnetti

Simone E. Agnetti, Brescia 1979, è Laureato con una tesi sul Cinema di Famiglia all’Università Cattolica di Brescia, è animatore culturale e organizzatore di eventi, collabora con ANCCI e ACEC, promuove iniziative artistiche, storiche, culturali e cinematografiche.