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C’è un legame intimo tra O agente secreto, il quarto lungometraggio di finzione del brasiliano Kleber Mendonça Filho, e Retratos fantasma, il suo precedente lavoro documentario realizzato nel 2023. Due lavori entrambi tripartiti e ambientati a Recife – la capitale della regione del Pernanbuco che è anche la città di origine del regista -, che si rispecchiano e si integrano per comporre uno splendido dittico sulla Memoria, sul Cinema e sulla dimensione fantasmatica che ne alimenta i territori. Se però nel documentario del 2023 la chiave della ricerca era di matrice personale, per poi farsi storica e architettonica, in O agente secreto è quella socio-antropologica a essere privilegiata. Una dimensione restituita attraverso situazioni iperboliche, dove la cronaca scivola nel carnevalesco e viceversa, e facendo magnifico uso della ricca galleria di personaggi di cui il film si compone — tutti, nessuno escluso, ritratti con accuratezza e tridimensionalità, con menzione speciale a Dona Sebastiana, la settasettenne proprietaria della casa-rifugio per tanti fuggiaschi magnificamente interpretata da Tânia Mari. Personaggi/persone amalgamati in un prezioso lavoro di casting, i cui percorsi esistenziali sono abilmente intrecciati in una cornice noir, che tuttavia è solo un espediente per mescolare Memoria e immaginario, il crime con il tipico realismo magico nordestino, la ricerca di matrice archivistica con l’analisi socio-economica della storica arretratezza della regione. Tanto che la vicenda, di cui è protagonista un ex-ricercatore universitario che torna a Recife durante la settimana di carnevale del 1977 per ricongiungersi al figlio che vive con i nonni e contemporaneamente per nascondersi da chi lo vorrebbe eliminare, è solo un pretesto per ritrarre uno sfondo assai più composito e complesso nell quale si riflette l’intero paese con le sue eterne contraddizioni. E la scelta di lasciar fuori dalla fluviale narrazione proprio l’evento centrale l’epitome di di cinema nel quale non contano l’evento e la sua rappresentazione, il personaggio con la sua traiettoria narrativa, quanto il modo con cui essi vengono rievocati dalla Memoria. Quella che il Cinema e i suoi fantasmi riescono ad attivare meglio di qualsiasi altra cosa.
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