Venezia 80 Filmcronache

SEM CORAÇÃO (Nara Normande, Tião)
Essere giovani tra la natura e il desiderio di trasferisrsi in Città

Nel filone dei film revaival degli anni Novanta si inserisce anche questa interessante pellicola brasiliana. Sem Coração (Senza Cuore), di Nara Normande e Tião, presentato nella categoria Orizzonti a Venezia, è basato sull’omonimo cortometraggio del 2014 della coppia di registi, premiato a Cannes, ed è uno spaccato di vita nel Brasile delle periferie costiere a metà anni Novanta. Il film è una produzione Cinemascópio, Les Valseurs, Nefertiti Film in collaborazione con Rai Cinema.

Nell’estate del 1996 la giovane Tamara si gode le ultime vacanze spensierate prima di trasferirsi a Brasilia per gli studi. Un giorno sente parlare di una ragazza soprannominata “Sem Coração” (Eduarda Samara) a causa di una cicatrice che ha sul petto, esito di una operazione, in cui le avrebbero, secondo i ragazzi, tolto il cuore. La turba di amici di Tamara si muove tra la natura rigogliosa di questo angolo di paradiso, entrando e uscendo dai resti di edifici abbandonati, piscine vuote, ville in rovina, così come tra foreste di mangrovie e trabucchi di pescatori. Nel corso dell’estate Tamara sente una crescente attrazione nei confronti della misteriosa giovane creola, scoprendo la vita intima della povera pescatrice. Nell’avvicinarsi al suo vissuto cerca di scoprire anche gli aspetti più profondi di se stessa. Se il film mostra lo scorrere una vita povera di mezzi, non vediamo mai l’indigenza; il mare e la natura provvedono in modo generoso a nutrire la gente del luogo. Il desiderio di andare via da quell’angolo di bellezza è dettato solo dal desiderio di un futuro agiato in un contesto urbano.

La figura di Tamara si rifà all’esperienza personale di una dei due registi, Nara, cresciuta a Guaxuma, una spiaggia in Alagoas, uno degli stati più poveri del Brasile. Il ritratto di alcuni aspetti radicati della società brasiliana è verace, in quel mix di violenza e bellezza che caratterizza quella nazione. Sebbene sia un’ottima rappresentazione della vita dei giovani di quel luogo, Sem Coração non va molto oltre, l’introspezione è leggera e i fatti si susseguono per delineare un contesto sociale e antropico senza dire molto di più. Le interpretazioni autentiche e mature, e il surrealismo che caratterizza alcune scene, è una caratteristica di pregio.

Nell’economia di un film ben fatto, l’unica nota stonata è una scena girata nella casa di alcuni italiani. Se è vero che molti connazionali hanno preso casa in Brasile, anche nelle regioni costiere più povere, lo stereotipo con cui siamo descritti, l’accento milanese alla yuppies, pare una forzatura. Si genera l’attesa che quella interazione abbia un ritorno nella trama, fatto che non arriva mai. Certamente questo cameo di italianità è sotteso a questioni economiche e produttive, decisamente fuori luogo nella sotanza del racconto.

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Sull'autore

Simone Agnetti

Simone E. Agnetti, Brescia 1979, è Laureato con una tesi sul Cinema di Famiglia all’Università Cattolica di Brescia, è animatore culturale e organizzatore di eventi, collabora con ANCCI e ACEC, promuove iniziative artistiche, storiche, culturali e cinematografiche.