Venezia 80 Filmcronache

THE RED SUITCASE (Fidel Devkota)
Il viaggio drammatico di un'anima in Nepal

Una rara produzione nepalese, finanziata solo con contributi asiatici, permette dall’antropologo Fidel Devkota di realizzare il suo primo lungometraggio, The red suitcase.

Il regista, figlio di una famiglia socialista fuggita in URSS e rientrata poi in Nepal, desidera mostrare con il cinema quanto sta accadendo oggi nella sua terra. La povertà della nazione himalaiana porta tutti coloro che vogliono lavorare a trasferirsi altrove, lasciando moglie e figli nei villaggi di montagna. Con i Mondiali di Calcio in Qatar nel 2022 la situazione diviene gravissima, portando ad una vera strage di giovani lavoratori nei cantieri degli stadi.

Il film si apre a nero con il dialogo tra una donna a cui è appena nata una bambina e suo marito lontano per lavoro; seguiamo poi un autista di camion che parte dall’aeroporto di Kathmandu per un viaggio di due giorni, con una consegna che arriva dall’estero e deve essere portata in un lontano villaggio di montagna. Per strada una figura solitaria con una piccola valigia rossa accompagna questo viaggio. Il percorso è costellato di rituali religiosi, momenti onirici, misticismo, offerte di incenso, specchi ai lati della strada per placare le divinità, dialoghi rarefatti e sospesi. Quando la realtà dei fatti si materializza, anche l’anima di chi non c’è più trova quiete. Dichiara il regista che “il mio scopo è quello di trasportare l’antropologia, mia materia di studio, nel mondo della fiction e sperimentare utilizzando precisi dettagli etnografici”

Non è un film semplice, nè per forma, nè per contenuto. I molti dettagli della cultura materiale nepalese, i rituali apotropaici e il pensiero religioso locale sono inseriti nelle inquadrature fisse di una pellicola che procede lentamente verso la sua inevitabile conclusione. Il richiamo stilistico è quello ai film asiatici d’autore, in particolare Kenji Mizoguchi, Yasujiro Ozu e Hou Hsiao-hsien, una cinematografia essenziale e contemplativa. Il tema del dramma dei lavoratori nepalesi non è esposto come denuncia sociale o dramma giudiziario, ma attraverso il percorso di un anima traghettata nell’aldilà da un moderno psicopompo vestito da camionista.

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Sull'autore

Simone Agnetti

Simone E. Agnetti, Brescia 1979, è Laureato con una tesi sul Cinema di Famiglia all’Università Cattolica di Brescia, è animatore culturale e organizzatore di eventi, collabora con ANCCI e ACEC, promuove iniziative artistiche, storiche, culturali e cinematografiche.